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Zurigo: sei giorni di corse, salsicce e mondanità

Particolarmente attesi al traguardo della Sei Giorni i concorrenti svizzeri Keystone

Il "Sechstagerennen", il famoso appuntamento ciclistico, attira ogni anno più visitatori.

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 novembre 2001

La gara di ciclismo in pista che ogni anno va in scena alla fine di novembre all'Hallenstadion è giunta quest'anno alla 49° edizione. Si respira un'atmosfera particolare sul vecchio velodromo della Limmat, vuoi perché la Sei Giorni è una classica gara che abbina esperti della pista con professionisti della strada, o forse più semplicemente perché il pubblico ha la possibilità di ammirare parecchi campioni per ben sei giorni consecutivi.

Fatto sta che il fascino della Sei Giorni di Zurigo è inconfondibile, già appena varcati i cancelli dell'Hallenstadion. Niente tifo contro le squadre avversarie, come avviene ad esempio nell'hockey su ghiaccio, bensì un sostegno caldo e spassionato per la coppia più veloce, non importa di che nazionalità essa sia. Un'altra particolarità dell'appuntamento zurighese - come succede spesso per le gare in pista - è l'imprevedibilità della corsa stessa: i vincitori sono infatti quelli che si sono dimostrati maggiormente costanti (e inanellato di conseguenza il più alto numero di giri) nell'arco di quasi una settimana.

Allettanti premi per i vincitori

A livello sportivo, gli urani Bruno Risi e Kurt Betschart, già vincitori lo scorso anno, sono fra i principali favoriti: il loro compito non sarà tuttavia facile perchè saranno infatti presenti coppie come l'italo-tedesca Silvio Martinello (vincitore nel 1997)-Andreas Kappes, nonché i campioni olimpici di Madison, Scott McGrory-Matthew Gilmore. Il pubblico svizzero attende anche Franco Marvulli-Alexander Aeschbach, che hanno detto di puntare ad un posto fra i primi sei.

Forse non tutti sanno però che le gare in pista sono appetibili per i velocisti, vista la consistenza dei premi: colui che finora ha guadagnato di più su un velodromo è Erik Zabel, che a Monaco ha incassato uno chèque di 150 mila marchi. Risi-Betschart, imponendosi lo scorso anno, hanno potuto festeggiare il Natale con 36 mila franchi ciascuno. E il resto del gruppo? Coloro che si piazzano a metà classifica intascheranno più o meno 6 mila franchi mentre ai migliori andranno tra i 10 e i 15 mila franchi. A questo vanno aggiunti i premi per i cosiddetti traguardi volanti, che possono valere dai mille ai quattromila franchi.

Qual è la giornata tipo durante la Sei Giorni per Bruno Risi, assieme a Betschart tra i più forti al mondo in questa specialità? Dopo la gara, veloce doccia. Poi cena con insalata di frutta oppure un fumante piatto di spaghetti, con una birra per dormire meglio. Il fidato autista Geni Wipfli riporta poi Risi all'albergo di Regensdorf. Ma a che ora vanno a dormire i pistard presenti alla Sei Giorni? Risi tra le 3.30 e le 5.30 del mattino, dorme fino alle 13.30 eppoi colazione in hotel e massaggi all'Hallenstadion. Pranzo, si fa per dire, alle 17 mentre la cena verrà "assaggiata" durante le pause della corsa.

Sport e mondanità

La Sei Giorni è un fenomeno che va oltre l'aspetto prettamente agonistico: è vero che negli ultimi anni il pubblico svizzero ha sostenuto incessantemente Risi-Betschart, ma è altresì inconfutabile il lato mondano. All'Hallenstadion è possibile incontrare il Presidente della Confederazione Moritz Leuenberger oppure Ralph Krüger, coach della Nazionale svizzera di hockey oppure ancora ex campioni del calibro di Urs Freuler e Pirmin Zurbriggen. D'altronde l'appuntamento zurighese può contare su una crescita esponenziale, a livello di pubblico: negli ultimi quattro anni infatti la Sei Giorni è passata da 32'700 a 48 mila spettatori (8 mila di media), riducendo il deficit da 350 mila a "soli" 110 mila franchi. Perchè non respirare l'aria quasi magica della Sei Giorni, magari anche solo per una notte? Si possono ottenere i biglietti in prevendita, telefonando allo 01.316.77.88. Vi potrebbe capitare di mangiare una salsiccia e bere una birra a fianco magari di Moritz Leuenberger.

Filippo Frizzi

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