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Vaccino, se lo conosci lo prendi (o forse no)

Il vaccino: un'iniezione per evitare conseguenze più gravi. UFSP

I virus all'origine dell'influenza possono essere coltivati in vitro e fornire un vaccino contro la malattia. Non tutti però sono disposti a farsi vaccinare.

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 novembre 2002 - 16:46

Emblema degli interventi sul corpo umano, la siringa suscita ancora qualche timore.

Quando nel 1857 Pasteur mise a punto il procedimento di pastorizzazione del latte, la popolazione si mostrò tutt'altro che entusiasta della cosa. Sulle prime non gli andò molto meglio nemmeno col vaccino antirabbia, ma poi i suoi meriti furono universalmente riconosciuti e le tecniche elaborate dallo scienziato francese si diffusero a macchia d'olio.

Che gli stessi pregiudizi, le stesse ataviche paure di fronte al nuovo colpiscano anche il vaccino antinfluenzale? Questo perlomeno il parere dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), che con la campagna di prevenzione dell'influenza 2002 si propone di fare chiarezza.

Come funziona il vaccino

Contrariamente ai disinfettanti o agli antibiotici - che distruggono i batteri all'origine delle infezioni, ma anche quelli utili al sistema immunitario- i vaccini sono essi stessi una forma indebolita dell'agente patogeno di una determinata malattia. In questo senso il vaccino rappresenta un intervento di tipo omeopatico.

L'inoculazione di un vaccino permette al corpo di sviluppare gli anticorpi necessari a sconfiggere la malattia qualora questa si presentasse nella sua forma acuta.

Preparato di volta in volta in base al tipo di virus in circolazione, il vaccino è un intervento mirato e non garantisce la protezione contro tutti i tipi d'influenza.

Quando vaccinarsi

Se fatta in tempo utile - vale a dire tra metà ottobre e metà novembre - la vaccinazione offre una buona protezione nei confronti della malattia, anche se non può eliminare totalmente la possibilità di un contagio. In questi casi però il decorso della malattia è generalmente meno grave e presenta meno complicazioni.

Sul fronte del raffreddore, invece, battaglia persa: essere vaccinati non ci proteggerà da starnuti e naso chiuso.

In quanto agli effetti collaterali, si può stare tranquilli. I vaccini della nuova generazione provocano dei disturbi passeggeri, irrilevanti rispetto alle possibili conseguenze di un'influenza.

Doris Lucini, swissinfo

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