Una nuova sede per la Fonoteca nazionale svizzera a Lugano
Ad agosto l'istituto traslocherà in un edificio ristrutturato, con 1200 metri quadrati di spazio. Da febbraio la banca dati disponibile online.
La situazione era diventata davvero insostenibile: solo 300 metri quadrati di locali, nell'attuale sede allo Studio Foce di Lugano, per una struttura che raccoglie circa 200mila documenti sonori (dischi in gommalacca e vinile, cilindri, nastri magnetici, CD, CDR e via dicendo) provenienti da tutta la Svizzera, per di più in continua crescita. Era da tempo, quindi, che la FNS stava cercando una nuova sistemazione, con l'aiuto e la supervisione dello stesso Consiglio dei fondatori.
La soluzione è stata individuata nell'ex centro seminariale San Carlo - di proprietà della curia luganese - che già ospita il Conservatorio della Svizzera Italiana (CSI). Negli spazi lasciati vuoti dalla scuola di musica sono stati così avviati i lavori di ristrutturazione, che permetteranno al San Carlo di accogliere i materiali della FNS, trasformandolo in un vero polo fonico-musicale.
Il trasloco è previsto per agosto, la riapertura dell'istituto nella nuova sede in settembre. Per i lavori di ammodernamento il canton Ticino ha stanziato un milione di franchi, mentre l'affitto verrà preso a carico per metà dalla città di Lugano e per metà dalla Confederazione.
La nuova sistemazione dovrebbe assicurare alla Fonoteca anche una serie di locali di riserva: calcolando l'entrata ogni anno di 15-18mila nuovi supporti sonori, dovrebbe esserci spazio sufficiente per i prossimi 8-10 anni. La grossa incognita - sottolinea il direttore Pio Pellizzari - sono tuttavia i fondi donati da istituzioni o privati: a volte contengono 30-40mila nastri o dischi ciascuno, una cifra che può far saltare ogni previsione. Più costanti, invece, le entrate legate alle case discografiche: in Svizzera si contano circa tremila nuovi titoli all'anno.
La FNS - nata nel 1987 - raccoglie tutto questo materiale in omaggio al suo mandato, che le impone di catalogare e rendere disponibili al pubblico (svizzero o estero) tutti i supporti sonori legati in qualche modo alla storia e alla cultura del nostro Paese. Devono però esserle forniti da produttori e donatori a titolo gratuito.
Dotata di un budget annuale di 1,2 milioni di franchi, la Fonoteca nazionale è riuscita a schedare finora 100mila titoli, dagli inizi del sonoro ai giorni nostri. 80 mila supporti devono ancora essere catalogati, mentre circa 20 mila documenti sono copie di dischi conservati negli archivi radiofonici della SSR-SRG idée suisse, riportati in parte alla luce grazie a un progetto di recupero a livello nazionale.
Nel nuovo sito internet della FNS (www.fonoteca.ch), che sarà attivato alla fine di gennaio, verrà resa disponibile una banca dati generale, che permetterà per la prima volta di effettuare ricerche di materiale anche in Rete. Per la consultazione, tuttavia, ci si dovrà in ogni caso recare alla sede luganese, dove però saranno a disposizione sei posti di lavoro per gli utenti, che fin qui si dovevano accontentare di un solo posto.
Uno dei grossi problemi per il futuro - conclude Pellizzari - è il deterioramento dei supporti sonori: lungi dall'essere indistruttibili, anche i moderni CD sono insidiati dalla luce e dall'acidità delle dita. Occorre così studiare soluzioni alternative, in collaborazione sempre più stretta con esperti e laboratori internazionali.
Alessandra Zumthor

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