Una crescita che non convince
Malgrado un tasso d'espansione nel terzo trimestre superiore alle attese, gli esperti ritengono che non sia ancora il caso di esprimere ottimismo.
Tra inizio luglio e fine settembre il prodotto interno lordo (Pil) ha registrato una crescita dell'1,3% rispetto al trimestre precedente, secondo i dati pubblicati dal Seco. Per l'intero 2002 il seco si attende un calo dello 0,2 %.
«Non c'è motivo per essere euforici», osserva Janwillen Acket, capo analista presso la banca Julius Bär. Gli fa eco Andreas Höfert, economista presso l'UBS: «se si analizzano da vicino le cifre, non si può essere contenti». Per Höfert, la crescita sarà inferiore nel trimestre corrente e la ripresa non interverrà prima del terzo trimestre dell'anno venturo.
Stagnazione sempre in allerta
Thomas Kübler, vicedirettore del Gruppo di ricerca congiunturale di Basilea (BAK), rileva che i dati pubblicati sono in linea con le aspettative del suo istituto e sottolinea che nel terzo trimestre si sono rivelate positive la domanda di consumo e la stabilizzazione delle esportazioni.
Secondo gli esperti basilesi, negli ultimi tre mesi dell'anno si registrerà una stagnazione. Il BAK ritoccherà le previsioni per il 2003 da un tasso di espansione dell'1,6 all'1%.
Dati "allarmanti"
Serge Gaillard, segretario centrale dell'Unione sindacale svizzera (USS), considera «allarmanti» i dati pubblicati dal seco. In particolare si dice preoccupato per il forte calo subito dagli investimenti.
La discesa dei tassi d'interesse permette tuttora di sperare in una ripresa delle costruzioni. Ma se ciò non dovesse succedere entro la primavera, l'USS chiederà alla Confederazione un programma di investimento, aggiunge Gaillard.
Bernard Lambert, economista presso la banca privata Pictet & Cie, si dice invece positivamente sorpreso dal dato odierno. Il Pil tuttavia è un indicatore fra molti, osserva. Se si tien conto anche della disoccupazione, il quadro si offusca.
swissinfo e agenzie

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