Un totem per Bruno Manser
Un gruppo di amici di Bruno Manser ha eretto mercoledì sulla Bärenplatz di Berna un tronco d'albero intagliato e colorato a mo' di totem in memoria del 46enne ecologista basilese, misteriosamente scomparso un anno fa nel Borneo, in territorio malaysiano.
«La sua azione ha fatto prendere coscienza dei collegamenti globali. La sua voce ci manca», è stato l'elogio di Ruth Dreifuss, in uno scritto che è stato letto sul posto. Nella primavera 1993 la consigliera federale aveva visitato Manser durante lo sciopero della fame di 60 giorni osservato dall'ecologista sulla piazza davanti a Palazzo federale per protestare contro l'importazione di legno tropicale.
Una serie di azioni commemorative sono in programma fino a domenica su iniziativa del Fondo Bruno Manser. Il basilese era noto per le sue battaglie in difesa delle foreste tropicali e del popolo Penan del Sarawak, con cui aveva vissuto sei anni, fra il 1984 ed il 1990.
L'ultimo segno di vita tangibile di Manser risale al 23 maggio 2000. Si tratta di una lettera inviata alla compagna in Svizzera da Sarawak ma ricevuta in una busta su cui non c'era timbro postale. Manser scriveva allora che stava per penetrare nel territorio dei Penan.
Un membro della tribù lo avrebbe visto ancora a fine maggio. Manser gli avrebbe detto di avere l'intenzione di scalare il monte Batu Lawi. Le ricerche condotte sul posto non hanno però dato esito. Bruno Manser si era attirato le ire dell'industria del legname, come pure delle autorità malaysiane, che lo avevano dichiarato «nemico dello stato» e lo avevano espulso.
Famigliari e amici non scartano alcuna ipotesi per spiegarne la scomparsa. Giudicano in ogni caso poco probabile che Manser abbia interrotto i contatti volontariamente.
swissinfo e agenzie

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