GR: Olimpiadi, il popolo dice no
Nei Grigioni non ci saranno Olimpiadi invernali nel 2022. L'elettorato del cantone ha respinto oggi il progetto con il 52,7% di voti contrari. Vani risultano i 'sì' alla candidatura usciti dalle urne comunali di Davos e St. Moritz. A far pesare l'ago della bilancia sono state soprattutto considerazioni di tipo ambientalistico. I 'sì' sono stati 37'540 (47,3%), i 'no' 41'758. Il tasso di partecipazione ha raggiunto il 59,14%.
A Davos gli elettori hanno accolto una partecipazione di 2 milioni di franchi alle spese per la candidatura e a un credito di 15 milioni per i Giochi veri e propri. A St. Moritz sono invece stati approvati 5 milioni di franchi per la candidatura.
Il Governo grigionese, favorevole alla candidatura, reagendo all'esito della votazione ha espresso l'auspicio che le discussioni nate nelle ultime settimane sullo sviluppo futuro del cantone di montagna possano comunque servire a qualcosa. Principale sostenitore del progetto, l'associazione Grigioni 2022 si è detta "fortemente delusa" dal 'no' uscito dalle urne. Si trattava - si legge in una nota - "dell'unico grande progetto innovatore per il turismo, l'economia e lo sport nel cantone".
Gli avversari - il PS, i Verdi, il WWF, Pro Natura e l'Associazione traffico e ambiente (ATA) - si sono invece detti soddisfatti "della saggia decisione adottata dai cittadini, di non lanciarsi in un'avventura olimpica dall'esito imprevedibile". L'elettorato - sottolinea in una nota Silva Semadeni, presidente del comitato d'opposizione - ha mostrato di volere per le generazioni future condizioni sostenibili e senza debiti.
Per quanto riguarda il secondo oggetto in votazione nel cantone, il Gran Consiglio grigionese continuerà ad essere eletto con il sistema maggioritario: l'iniziativa che chiedeva il passaggio al proporzionale è stata respinta con 40'104 voti contro 31'382. È l'ottava volta che una proposta di questo genere fallisce alle urne. La partecipazione è stata del 59,14%.
Gli elettori grigionesi hanno invece accolto - con 40'203 voti contro 23'575 - una revisione della Costituzione che abolisce il "referendum straordinario dell'autorità", ossia lo strumento che permette al Gran Consiglio di sottoporre a votazione popolare decisioni che rientrano nella sua competenza esclusiva. Questa possibilità è in vigore dal 2004, ma non è mai stata utilizzata dal parlamento, che lo scorso ottobre ha votato a larga maggioranza per la sua abolizione.