Energia senza emissioni CO2, possibile per il 2050, Greenpeace
Le emissioni di CO2 potranno essere ridotte praticamente a zero entro il 2050. Se ne dice convinta Greenpeace Svizzera, che oggi ha presentato a Zurigo uno studio realizzato in collaborazione con specialisti indipendenti tedeschi. Lo "scenario energetico" proposto dall'organizzazione ambientalista va ben oltre agli obiettivi fissati dalla Confederazione.
Secondo la "Energy (R)evolution" - questo il titolo dello studio degli specialisti dell'Istituto di tecniche termodinamiche del Centro aerospaziale tedesco (DLR)- le emissioni di CO2 potranno essere ridotte, del 55% entro il 2030 e del 96% entro il 2050, rispetto ai valori del 1990.
Per Greenpeace, le misure attualmente previste dalla Confederazione e dal Parlamento non saranno sufficienti per rispettare il limite massimo di 2 gradi centigradi di riscaldamento fissato al Vertice di Varsavia sul clima.
"Esiste un ampio margine di manovra, in particolare per quanto riguarda i trasporti e il riscaldamento", afferma il coautore dello studio Georg Klinger, citato in una nota. La "Energy (R)evolution" non ridurrà il livello di vita degli svizzeri, né danneggerà l'economia. Prevede anzi la creazione di decine di migliaia di posti di lavoro.
Lo studio prevede di raggiungere il 97% di calore prodotto da fonti rinnovabili entro il 2050, contro il 25% attuale. Il calore geotermico (53%) e quello solare (17%) saranno le fonti più importanti.
Nel settore dei trasporti il tasso di veicoli a benzina o diesel dovrebbe passare dal livello vicino al 100% del 2010 a meno del 2,5% nel 2050. Al loro posto ci saranno dei veicoli interamente elettrici, ibridi o con motori a idrogeno.
"Energy (R)evolution" chiede inoltre di limitare a 40 anni la durata massima di funzionamento delle centrali nucleari, con la disattivazione dell'ultimo reattore a Leibstadt (AG) nel 2024.
Per produrre elettricità, si dovrà rinunciare anche alle centrali a gas, mentre sarà incentivata la produzione fotovoltaica, l'utilizzazione di biomassa, del vento e del settore geotermico. Entro il 2050 il 98% della corrente dovrebbe provenire da fonti rinnovabili.
Perché ciò sia possibile, Greenpeace chiede di sopprimere qualsiasi tipo di sostegno statale alle energie convenzionali. Occorrono invece nuove tasse sulle emissioni di C02 sia per i combustibili che per i carburanti, come pure incentivi per la produzione di corrente da fonti rinnovabili.