Tre quarti degli svizzeri convinti che la ricerca migliori la qualità di vita
Forte accettazione in Svizzera della ricerca scientifica. I tre quarti della popolazione credono che migliori la vita ed i temi scientifici appassionano più di altri soggetti. Sono i dati di una ricerca universitaria presentata mercoledì a Losanna.
L'inchiesta è stata realizzata dall'Osservatorio scienza-politica-società del Politecnico federale di Losanna (EPFL), su un campione rappresentativo di 1000 persone delle tre regioni linguistiche della Svizzera.
I risultati rilevano fra l'altro un sostegno massiccio alla ricerca, dell'81 percento, un tasso equivalente a quello degli Stati Uniti, paese che è simbolo di una accettazione sociale della scienza molto forte. Il 76 percento della popolazione ritiene che la tecnologia migliori le condizioni di vita, ma il 56 percento esprime comunque timori per i cambiamenti che essa comporta ed il 77 percento per alcune applicazioni delle scoperte. Il 70 percento degli intervistati vorrebbe inoltre potersi esprimersi durante i dibattiti sulle politiche di ricerca scientifica.
Il pubblico ha anche un atteggiamento controverso nella percezione del ricercatore: il 62 percento lo vede come una persona generosa e dedita al lavoro ma un 73 percento lo ritiene potenzialmente pericoloso. Questo atteggiamento, ambivalente, si riscontra nella maggioranza delle inchieste sulla scienza, sottolinea il Politecnico vodese.
In generale gli intervistati ritengono che la formazione impartita dalle scuole superiori svizzere sia di qualità, ma troppo costosa (61 percento). Riguardo ad università e politecnici, il 41 percento degli intervistati ritiene che abbiano problemi di funzionamento, mentre il 35 percento pensa esattamente il contrario.
swissinfo e agenzie

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