Swissair: ora mancano anche i soldi per i salari
La Swissair sta lottando per la sua sopravvivenza. Il gruppo è costretto a valutare la liquidità giorno per giorno, ha detto il presidente della direzione generale del gruppo, Mario Corti. La situazione è talmente grave che nel mese di ottobre il versamento degli stipendi non è garantito.
Venerdì sera, durante la trasmissione «Arena» della televisione svizzero tedesca, Corti ha detto di non poter garantire che il 25 ottobre saranno versati gli stipendi ai dipendenti. «Mi esprimo in modo così prudente affinché in seguito non mi si dica che ho mentito», ha detto Corti. Finora la Swissair è però riuscita a far fronte ai suoi impegni ed è intenzionata a farlo anche in futuro. Non è chiaro se vi sono fatture che vengono pagate con ritardo. Gli stipendi di settembre sono stati tutti pagati, ha detto una portavoce all'ats.
Sempre nel corso di «Arena», Corti ha confermato che Swissair non può attingere al credito immediato di 1 miliardo di franchi messo a disposizione da Credit Suisse First Boston, Citibank e Deutsche Bank poiché la compagnia non soddisfa tutte le condizioni imposte dagli istituti.
Complessivamente, nelle ultime settimane la situazione di Swissair si è aggravata in modo drastico. Secondo Corti ciò è dovuto agli attacchi terroristici negli Stati Uniti e alla crisi dell'aviazione civile, ma il numero uno del grupppo ha ammesso che queste non possono essere considerate le cause del disastro di Swissair.
Ad «Arena» era presente anche Ulrich Bremi, l'imprenditore che guida il gruppo di lavoro incaricato di trovare i mezzi finanziari di cui necessita Swissair. Bremi non ha voluto sbilanciarsi troppo sullo stato dei «soccorsi», limitandosi a dire che vi sono segnali di disponibilità ma ancora nessuna promessa di aiuto.
Corti ha messo pure in guardia sulle «conseguenze catastrofiche» di un fallimento. Bisogna immaginarsi cosa succederebbe se un aereo si trovasse bloccato all'estero perché la compagnia non ha i contanti per pagare il cherosene, ha detto.
Corti ha ricordato anche che il diritto svizzero non prevede una procedura di fallimento per una holding: nel caso di Swissair, che ha partecipazioni o controlla direttamente una miriade di società in Svizzera e all'estero, l'esecuzione fallimentaria si trasformerebbe in un caos. Nella storia elvetica non vi sono infatti precedenti da paragonare a un fallimento di una simile ampiezza.
La prossima scadenza importante è fissata a lunedì, quando in ossequio ai suoi obblighi contrattuali Swissair dovrà versare 200 milioni di franchi a Sabena. Nel frattempo però sembra serpeggioare il panico anche fra i dipendenti. Stando a quanto riferisce il «Tages-Anzeiger» diversi impiegati hanno iniziato a prelevare il denaro custodito dalla banca interna: in tal modo sarebbero già stati portati al sicuro 10 milioni di franchi.
Ad «Arena» ha partecipato anche il consigliere agli Stati Filippo Lombardi, in rappresentanza del PPD. Il senatore ticinese si è detto favorevole ad un aiuto finanziario della Confederazione sotto forma di ricapitalizzazione della società. Ha però anche invitato Corti a farla finita con le «sorprese», presentando in dettaglio i bisogni dell'azienda.
Pure i rappresentanti radicali e socialisti hanno segnalato la loro disponibilità ad un'intervento federale, anche se con accenti diversi: ad esempio il PS pretende che nel salvataggio di Swissair non vi siano licenziamenti.
Unico deciso oppositore all'aiuto di Berna è risultato il consigliere nazionale Hermann Weyeneth (UDC/BE), che pur riconoscendo l'importanza di Swissair per l'economia svizzera ha detto che il risanamento della compagnia va effettuato da chi è finanziariamente implicato nella società, vale a dire in primo luogo
dalle banche.
swissinfo e agenzie

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