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Svizzeri molto critici con gli USA

Il presidente USA George W. Bush, durante il suo discorso alla nazione Keystone

In un confronto internazionale, i cittadini elvetici figurano tra i più critici oppositori alla politica estera americana.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 settembre 2002

Il sondaggio è stato condotto in 33 Stati. Dagli svizzeri i giudizi più negativi.

L'attuale politica estera della superpotenza raccoglie decisamente pochi consensi nella Confederazione. Il 60% degli intervistati la ritiene infatti sbagliata, contro solo un 11% di sostenitori.

Ecco il risultato di un sondaggio rappresentativo realizzato da Gallup in 33 diversi Stati. L'istituto ha condotto tra luglio e agosto 22'218 interviste, 500 delle quali, tramite Isopublic, in Svizzera tedesca e in Romandia.

Pro e contro

11 Stati si schierano a maggioranza con gli Stati Uniti: Irlanda, Georgia, Polonia, Romania, Israele, Colombia, Perù, USA, Hong Kong, Nigeria e Sud Africa.

Il principale alleato di Bush si dimostra ancora una volta Israele, dove il 74% della popolazione è a favore della sua politica estera. In Danimarca e Portogallo, i pro e i contro sono praticamente uguali.

In 20 altri Stati, la politica a stelle e strisce proprio non piace. Accanto alla Svizzera, pure la Macedonia (61%) figura tra i suoi principali oppositori. Le critiche agli USA giungono anche dalla maggior parte degli Stati europei, dove mediamente la metà degli intervistati è contro la politica estera di Bush, mentre solo un quarto si dice a favore.

Interessante il punto di vista dei britannici: il 30% ritiene che la politica estera americana abbia un influsso positivo sul loro paese, il 52% la pensa in maniera opposta.

Svizzera contro la guerra

In un secondo sondaggio, realizzato questa volta nella sola Confederazione, gli svizzeri si mostrano contrari ad un'eventuale guerra contro Saddam Hussein.

Stando ad un'analisi di Isopublic, realizzata per conto del "Blick", l'82.5% delle 1'000 persone contattate si oppone ad un intervento armato americano in Iraq senza un preciso mandato delle Nazioni Unite.

Il 58.6%, soprattutto giovani e donne, è contrario anche di fronte ad una risoluzione in questo senso dell'ONU.

Interrogato dal quotidiano zurighese, che giovedì pubblica il sondaggio, il professore di sociologia militare presso il Politecnico di Zurigo Kurt W.Haltiner giudica che i dati non siano per niente sorprendenti: «quando una superpotenza mostra i muscoli, la Svizzera si ritira subito in una posizione difensiva».

Il 45,9% degli intervistati ritiene comunque giusto che gli Stati Uniti abbiano dichiarato guerra al terrorismo e il 52,3% teme che gli atti terroristici sul piano internazionale siano destinati ad aumentare.

L'ultimatum di Bush

Nel suo atteso discorso dinnanzi all'Assemblea generale della Nazioni unite, il presidente americano George W. Bush ha intanto lanciato un ultimatum all'Iraq. Il capo della Casa Bianca ha dichiarato che le autorità irachene devono rinunciare immediatamente a tutte le armi di distruzione di massa. In caso contrario, Bush ha invitato i membri dell'ONU a sostenere un'azione militare contro Bagdad.

Da parte sua la Svizzera, membro a pieno titolo dell'ONU dal 10 settembre, ha già annunciato per bocca del ministro degli esteri Joseph Deiss di essere contro ad un'azione unilaterale della superpotenza. Eventuali interventi in Medio Oriente dovranno essere vagliati dal Consiglio di sicurezza, ha dichiarato Deiss.

E se il Consiglio di sicurezza dovesse avallare i piani di guerra americani? Quale sarebbe la posizione di Berna? "Dipende da questi piani. Dovremmo studiarli attentamente", risponde Deiss.

swissinfo e agenzie

Fatti e cifre

60% degli svizzeri contrari alla politica estera USA;
11% degli svizzeri a favore;
11 Stati dove prevalgono i sostenitori;
20 Stati dove prevalgono gli oppositori;
82.5% degli svizzeri sono contrari ad un'azione unilaterale contro l'Iraq.

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