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Svizzera-Germania: convenzione presto rivista

La convenzione bilaterale contro la doppia imposizione tra Berna e Berlino sarà prossimamente riveduta: lo ha comunicato lunedì il Dipartimento federale delle finanze, alla vigilia della conferenza dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) in programma nella capitale tedesca.

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 agosto 2009 minuti

In un comunicato, il Dipartimento federale delle finanze (DFF) afferma che il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz – a Berlino per la conferenza – ha trovato un accordo con il suo omologo ministro delle finanze tedesco Peer Steinbrück, incontrato in una cena di lavoro. Tenuto conto dei molteplici legami commerciali tra i due Stati, le discussioni potrebbero tuttavia «richiedere un certo tempo».

Inoltre, sottolinea il DFF, sono stati «rafforzati i rapporti amichevoli e le buone relazioni economiche» tra Svizzera e Germania. Merz ha dal canto suo di nuovo «respinto fermamente l'accusa secondo cui la Svizzera sarebbe un paradiso fiscale». Il ministro delle finanze ha detto di attendersi dagli interlocutori tedeschi un cambiamento di atteggiamento e di tono.

Secondo il ministero tedesco delle finanze, nuovi colloqui esplorativi si terranno nelle prossime settimane, in particolare nella prima metà di luglio. Le autorità fiscali dei due Stati si sono già incontrate una prima volta lo scorso aprile. Entro fine anno, Merz vorrebbe concludere a nuovi accordi conformi agli standard con almeno 12 Paesi, in modo da permettere alla Confederazione di uscire dalla cosiddetta lista grigia dei paradisi fiscali allestita dall'organizzazione.

Finora, 23 paesi hanno annunciato l'intenzione di rinegoziare i loro trattati di doppia imposizione con Berna. I negoziatori elvetici hanno già raggiunto con sei Stati – tra cui gli Stati Uniti e la Francia – nuovi accordi che prevedono un ampliamento dell'assistenza amministrativa, derogando al segreto bancario, anche per la semplice evasione fiscale, e non soltanto per la frode.

swissinfo.ch e agenzie

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