Successo per la spedizione scientifica in Cina
La più importante spedizione scientifica svizzera in altitudine degli ultimi anni è rientrata domenica dall'ovest della Cina.
Sulle vette del Muztagh-Ata una settantina di persone, tra medici e alpinisti, ha studiato le reazioni del corpo umano in alta montagna. I risultati definitivi fra un anno.
Il secondo e ultimo contingente di medici e alpinisti della più importante spedizione scientifica elvetica degli ultimi anni ha fatto ritorno in Svizzera domenica.
Già giovedì scorso era atterrato all'aeroporto di Zurigo, proveniente da Islamabad (Pakistan), il primo gruppo di ricercatori con parte del materiale delle esperienze raccolto sul posto.
I partecipanti, circa una settantina di persone, erano partiti il 12 giugno alla conquista dei 7546 metri del Muztagh Ata ("padre dei monti di ghiaccio"), vetta situata nella provincia cinese dello Xinjiang per studiare sul terreno il mal d'altitudine.
L'obiettivo dei ricercatori era di determinare il modo in cui il corpo si adatta alle condizioni di altitudini elevate. I medici hanno studiato, tra l'altro, la respirazione, il sonno e le reazioni di cuore e reni. Lo studio è coordinato dal dottor Marco Maggiorini, specialista di mal di montagna all'ospedale universitario di Zurigo.
Possibile una seconda spedizione
«Il bilancio della nostra esperienza è positivo da tutti i punti di vista», ha affermato il responsabile delle relazioni pubblicheTommy Dätwyler, ed è possibile che il progetto abbia una continuazione.
I risultati dei test compiuti in quota si avranno comunque al più presto entro un anno, ma gli scienziati si attendono già fin d'ora informazioni preziose.
Urs Hefti, chirurgo e presidente della società svizzera dei medici di montagna, conferma a swissinfo la soddisfazione dell'equipe: «Siamo riusciti a portare a termine tutti i test. I principali erano quattro, e di questi uno riguardava le funzioni cerebrali, un altro gli occhi. Inoltre abbiamo fatto prelievi di sangue fino a 7'000 metri».
Problemi intestinali e spossatezza
«Abbiamo avuto fortuna con le condizioni metereologiche. All'inizio c'era molta neve e così abbiamo potuto sciare. Di notte faceva freddo, ma non troppo: nel campo in quota scendeva a meno venti, e nel campo base era a circa zero», racconta Hefti.
Dei 36 alpinisti - d'età compresa tra i 29 e 65 anni - utilizzati come cavie per la raccolta di dati, sei sono tornati a casa prima ancora di arrivare a destinazione. Si trattava di un gruppo vario di persone, e non solo di esperti alpinisti.
Quasi tutti i partecipanti all'esperimento hanno sofferto di diarrea. La maggior parte ha perso peso ed è molto affaticata. Nessuno si è però ammalato seriamente.
swissinfo e agenzie
Fatti e cifre
Il Muztagh Ata raggiunge un'altitudine di 7546 metri.
La montagna fa parte della catena Kunlun Shan, nella regione cinese del Xinjiang.
La vetta si trova a 24 chilometri dalla frontiera tra la Cina e il Tajikistan.
Si può accedere alla montagna attraverso l'autostrada Karakoram, che collega la Cina e il Pakistan.
In breve
La spedizione è stata diretta da due medici: Urs Hefti di Aarau e Tobias Merz, di Berna.
La logistica è stata assicurata dalla guida bernese Kari Kobler.
Il trio aveva già partecipato ad una simile spedizione scientifica nella primavera del 2001 sull'Himalaya.
Era partita alla conquista del Shisha Pangma, in Tibet.

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