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Soppressione di 3000 impieghi a Swisscom: il Governo esige che si svolga in modo socialmente accettabile

Per il ministro delle comunicazioni Moritz Leuenberger (nella foto) ci vorranno misure per evitare licenziamenti ed a favore delle regioni periferiche.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 aprile 2000 minuti

Nella sua seduta settimanale il Consiglio federale ha discusso del piano di ristrutturazione varato dalla direzione di Swisscom, il quale prevede che tra il 2001 e il 2003 siano eliminati 3000 posti di lavoro. A tal proposito Moritz Leuenberger ed il ministro delle finanze Kaspar Villiger intendono incontrare i rappresentanti del consiglio di amministrazione dell'ex-regia per discutere della questione. Non è ancora nota tuttavia la data di tale incontro.

«Vogliamo sapere che cosa esattamente succederà», ha dichiarato Leuenberger durante la conferenza stampa al termine della riunione governativa, in quanto la Confederazione è il principale azionista di Swisscom. Non può influire sui dati del mercato, ma ritiene suo dovere preoccuparsi degli aspetti sociali, ha precisato Leuenberger, ricordando che il consiglio di amministrazione non ha ancora preso posizione sul piano di ristrutturazione e che tocca proprio ad esso decidere le modalità del piano sociale, da applicare poi in collaborazione con le associazioni del personale.

Adottando delle buone misure, ha commentato il capo del DATEC, si potranno sopprimere posti di lavoro, ma senza per questo essere costretti a ricorrere a licenziamenti. Il caso della Ferrovie Federali Svizzere sta a dimostrarlo, secondo Leuenberger. Per le misure sociali Swisscom potrà utilizzare una parte dei miliardi di franchi derivanti dalla messa all'asta dell'«ultimo chilometro» delle linee telefoniche.

Il governo assegna grande importanza alla riqualifica professionale degli impiegati che saranno colpiti dalla ristrutturazione: la Svizzera ha urgente bisogno di specialisti in informatica e in telecomunicazioni. E' l'occasione giusta per provvedere, ha detto il consigliere federale.

Altro aspetto caro all'esecutivo: la protezione delle regioni periferiche, le quali rischiano di pagare la fattura maggiore della perdita di posti di lavoro. Ci vorranno misure appropriate, finanziate anche dalla Confederazione quale maggiore azionista di Swisscom, ha rilevato Leuenberger.

Quanto alle misure che l'ex-regia prevede per migliorare la propria competitività, il Consiglio federale non si è espresso, ma è evidente che Swisscom deve fare di tutto per rimanere competitiva e far fronte alla concorrenza che ha imposto forti riduziooni delle tariffe. Concorrenza che ha finito col generare anche nuovi posti di lavoro: a fine 1999 vi erano in Svizzera 24.000 occupati nel settore delle telecominicazioni, 2000 in più di fine '97.

In questo contesto la stessa liberalizzazione del mercato dell'elettricità, attualmente in discussione al parlamento, rischia di avere effetti ancora più devastanti, ha ammonito infine Moritz Leuenberger.

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