Sono quasi 100 le linci in Svizzera
È appena entrata in vigore lunedì ma farà arricciare il naso a molti. Si tratta della nuova «Strategia lince svizzera» elaborata dall'Ufficio federale dell'ambiente, che ha per obiettivo l'ampliamento dello spazio vitale per questo mammifero.
Ma proprio il giorno in cui l'ufficio federale ha presentato il piano, nel canton Vaud è stato annunciato il ritrovamento di tre linci avvelenate. Per far fronte agli attacchi al bestiame, Berna intende aumentare il proprio contributo ai cantoni portandolo dal 50 all'80 percento e istituire grupppi di lavoro regionali.
L'UFAFP giustifica questo progetto col fatto che oramai l'habitat nel quale vivono i quasi cento esemplari di lince in Svizzera - soprattutto le Alpi nord-occidentali - è troppo esiguo per garantire la continuazione della specie, mentre ostacoli naturali e umani, come autostrade, rendono difficile la migrazione degli esemplari da una regione all'altra. Per questa ragione, l'UFAFP desidera istituire gruppi regionali di lavoro con quei cantoni nei quali l'animale è già presente oppure è ancora sconosciuto e che potrebbero accogliere alcuni esemplari.
Quella intrapresa dall'UFAFP è una gara ad ostacoli. Già sin d'ora si prevedono resistenze. L'8 dicembre 1999, un giro di consultazioni con i cantoni scelti per il ripopolamento - Ticino, Grigioni, Zurigo, San Gallo, Appenzello Interno ed Esterno, Glarona, Svitto, Uri e Zugo - si era rivelato poco incoraggiante.
Svitto, Glarona, San Gallo e Zurigo avevano dato il loro assenso di massima, a patto però che l'esperimento potesse essere interrotto qualora i danni causati dalla lince si fossero rivelati troppo gravi. Ticino, Grigioni, i due Appenzello e Zugo avevano risposto picche alle sollecitazioni di Berna. Uri, che non aveva espresso riserve di sorta, si era detto disposto ad accogliere il felino maculato.
Per rendere meno amara la pillola, l'UFAFP prevede di aumentare il proprio contributo in caso di danno causato dai felini, particolarmente attratti dalle pecore al pascolo, facile preda poiché spesso non custodite dai padroni. Finora, Cantoni e Confederazione di dividevano esattamente a metà le spese per gli indennizzi versati agli allevatori. In caso di gravi danni, l'UFAFP manterrà comunque il potere di ordinare l'abbattimento di quegli esemplari particolarmente famelici.
Benché la popolazione svizzera sembri favorevole all'introduzione di animali selvatici nella Alpi, come emerge da un sondaggio commissionato dal WWF e pubblicato il 16 febbraio scorso, vi è chi vede ancora in questi predatori - soprattutto linci e lupi- un temibile concorrente ed è pronto sbarazzarsene anche usando le maniere forti. L'ultimo caso di presunto bracconaggio - dopo che giorni fa quattro zampe del felino erano state spedite ai funzionari del canton Berna - è venuto alla luce lunedì.
Nel comune vodese di Rougemont, tre linci - una mamma con i due piccoli - sono state ritrovate morte, probabilmente avvelenate. Il canton Vaud ha sporto denuncia penale contro ignoti per avvelenamento.

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Partecipa alla discussione!