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La doppia vita del bancario contestatore

Gorka Cruz una vita tra Ginevra e l'India swissinfo.ch

Gorka Cruz non è il tipico impiegato di banca ginevrino. Ogni inverno si toglie abito e cravatta per dedicarsi al lavoro umanitario in India. La sua canzone «Global Economy» ha fatto il giro del mondo su Youtube.

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 dicembre 2011
Simon Bradley, Ginevra, swissinfo.ch

«In media trascorro sei mesi qui e sei mesi lì, in India. Ora c’è però un problema con il visto per l’India. Il soggiorno è limitato a tre mesi. Devo vedere come fare per rimanere più a lungo», racconta Cruz a swissinfo, mentre sorseggia un tè sul terrazzo del Café du Soleil a Ginevra.

Il bancario è abituato a questi ritmi di vita piuttosto complicati. Sono cinque anni che va avanti e indietro tra Svizzera e India. Il 33enne, che ha studiato filosofia, spagnolo e sociologia, ha appena concluso un incarico di tre mesi in un hedge fund di Ginevra. Prima ha lavorato per quattro anni nella sede ginevrina della Barclays Bank.

«Voglio andare in India, per cui guadagno i miei soldi qui per poter stare lì. Quando sono a Ginevra non spendo molto, non vado al ristorante. Cerco di risparmiare».

Amore per l’India

La passione di Gorka Cruz per l’India è sbocciata nel 1999, durante un viaggio dedicato allo studio dello yoga e della meditazione. 

Tra il 2005 e il 2010 il giovane bancario ha visitato regolarmente l’India, per dare una mano nell’orfanatrofio, occupandosi soprattutto di questioni amministrative e finanziarie, lavorando «dall’alba al cadere della notte». I ragazzi dell’orfanatrofio vivono ora in famiglie affidatarie della regione, con il sostegno della ONG.

Quest’inverno, una nuova missione attende Cruz in India: «Si tratta di aiutare a salvaguardare le rive del Gange. Le mafie locali si sono impossessate dei terreni e vogliono edificarli. La popolazione si è organizzata per difendersi».

Contraddizioni

Gorka Cruz si sente a suo agio nella sua doppia vita lontana da ogni conformismo, anche se a qualcuno potrebbe sembrare ricca di contraddizioni. «Non ho studiato economia e sono finito nel settore finanziario per caso; è un lavoro come un altro», dice. «Non ho problemi etici, il mondo è fatto così».

Paradossalmente, il lavoro a Ginevra sembra aiutarlo a trovare il giusto equilibrio. «Mi fa bene. Il lavoro è strutturato con scadenze precise. Devo presentare rapporti e lavorare in modo ordinato. A volte è stressante, ma è anche molto comodo. È una vacanza rispetto al lavoro che faccio in India».

In ogni caso, pur lavorando nel settore finanziario, si sente libero di criticare le banche. Come ha fatto di recente su Youtube.

Canzone di protesta

Incoraggiato dai colleghi della banca, Cruz ha prodotto, in collaborazione con un direttore suo amico, un divertente video-clip per promuovere la sua canzone «Global Economy» sul web. La canzone parla della crisi economica e della necessità di aprire gli occhi e reagire.

Nel video Cruz, vestito da bancario, passeggia per le vie di Ginevra. A un certo punto si tuffa nel fiume da un ponte, per riapparire nudo e coperto solo da una foglia di fico. «Questo è il mio contributo al movimento Occupy», dice sorridendo. «L’idea per la canzone mi è venuta due anni fa. Sentivo che ci sarebbe stato un altro crash».

Nonostante il tentativo di venire a capo dei contestatori di Occupy con strumenti repressivi, in particolare negli Stati Uniti, Cruz è sicuro che il movimento sia destinato a crescere.

«I politici sono riusciti ad arginare la situazione, ma le misure prese finora non reggeranno a lungo. Saranno necessarie nuove misure di austerità per ripagare il debito pubblico e il malcontento della popolazione crescerà. Di fronte a noi abbiamo problemi economici giganteschi».

Di chi è la colpa

Nella canzone, Cruz attacca quelli che ritiene i responsabili della crisi finanziaria. «Troppi debiti, nessuno può pagarli», canta. «Lo yuppie gioca con i soldi, come un piccolo bebè di scimmia».

«Molti impiegati di banca sono come me, hanno un capo che dice ‘fai questo, fai quello’ e hanno poco spazio di manovra. Le persone sono felici di ricevere un salario alla fine del mese, e niente di più», dice.

«Se chiedi alle persone che lavorano in banca come funziona il sistema monetario, molti non ne hanno la più pallida idea. Questo è il motivo di molti dei nostri problemi».

Presa di coscienza

Gorka Cruz vuole contribuire a far maturare la consapevolezza collettiva. Insiste sull’urgenza di una maggiore regolamentazione del settore bancario e suggerisce persino il ritorno alla parità aurea.

«Dall’epoca di Ronald Reagan, il sistema finanziario globale è stato deregolamentato. È diventato completamente ridicolo, con strumenti come i prodotti derivati. Negli Stati Uniti, le banche falliscono e i direttori se ne vanno intascando decine di milioni di dollari. Ai vertici c’è una mafia, in Svizzera le cose non vanno diversamente», accusa.

Il bancario-cantante rimane tuttavia un filosofo, quando si tratta di guardare al proprio futuro: «I miei capi potrebbero non apprezzare il video. Ma corrisponde ai miei ideali. Mi piacerebbe continuare questa doppia vita, vedremo. Sta arrivando una crisi finanziaria e dobbiamo essere tutti flessibili».

Protesta globale

15 maggio 2011: oltre 20'000 persone scendono in piazza in numerose città spagnole, dando vita al movimento 15-M o degli indignados.

Le manifestazioni si diffondono a macchia d’olio in tutta Europa, da Berlino a Bruxelles, da Londra a Parigi, da Atene a Tel Aviv. Centinaia di migliaia di giovani chiedono maggiore democrazia e un futuro migliore.

Alla fine di settembre le proteste raggiungono gli Stati Uniti. Un gruppo di giovani occupa Zuccotti Park, vicino a Wall Street. Il loro slogan: siamo il 99%. Dimostrazioni simili sono organizzate in tutto il paese.

Gli indignados non fanno parte dei movimenti politici tradizionali. Ma le loro richieste trovano il sostegno di molti settori della sinistra e da intellettuali, politici ed economisti – tra cui Joseph Stiglitz, ex capo economista della Banca mondiale, e Paul Krugmann, premio Nobel per l’economia.

Tra gli autori che hanno ispirato la protesta c’è l’ultra-novantenne Stéphane Hessel, ex-combattente della resistenza francese, coautore della Dichiarazione dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite e diplomatico. Un suo opuscolo, intitolato Indignatevi!, è stato venduto in milioni di copie in tutto il mondo.

15 ottobre 2011: la protesta diventa globale e raggiunge anche la Svizzera, a Zurigo, Basilea e Ginevra. A Roma la manifestazione è accompagnata da duri scontri tra i settori più radicali della protesta e le forze dell’ordine.

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