Navigation

Dialogo con i musulmani: sì, ma non con tutti

La ministra svizzera della giustizia Eveline Widmer-Schlumpf intende intensificare il dialogo con la popolazione musulmana: tuttavia, il Consiglio Centrale Islamico della Svizzera non rientra tra gli interlocutori scelti.

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 maggio 2010 minuti

La notizia è stata comunicata martedì dall'Ufficio federale della migrazione (Ufm) e notificata ai responsabili del Consiglio Centrale Islamico della Svizzera (CCIS). L'organo in questione è stato protagonista di recenti polemiche in seguito alle dichiarazioni del suo presidente – Nicolas Blancho – sulla lapidazione.

«La stragrande maggioranza dei circa 350'000 musulmani residenti in Svizzera sono ben integrati o intenti a divenirlo. È con queste persone che va curato il dialogo», si legge nella nota diffusa dall'Ufm. Sempre martedì, il suo direttore – Alard du Bois-Reymond – ha ricordato a una delegazione del CCIS che l'ordinamento giuridico svizzero vale per chiunque risiede della Confederazione.

In particolare, Alard du Bois-Reymond ha invitato il CCIS a distanziarsi esplicitamente dalla lapidazione delle donne, ricordando che valori come la parità tra i sessi non sono negoziabili e sottolineando che l'introduzione di un Consiglio della Fatwa – auspicata da Blancho – è esclusa.

Il direttore dell'Ufm ha infine evidenziato la necessità di evitare la nascita di società parallele: «Alle condizioni attuali è impensabile che il CCIS partecipi al dialogo intrattenuto con la popolazione musulmana».

swissinfo.ch

Articoli menzionati

In conformità con gli standard di JTI

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Partecipa alla discussione!

Condividi questo articolo

Cambia la tua password

Desideri veramente cancellare il tuo profilo?