Socialisti per un esercito di professionisti
Un esercito di 60 mila uomini e donne - di cui 45mila di riserva - composto di «soldati a contratto»: è quanto preconizzano i socialisti che oggi hanno presentato alla stampa il loro progetto di Esercito XXI nel quale i professionisti dovrebbero svolgere un ruolo essenziale. Così concepito, il bilancio annuale dell'esercito non dovrebbe superare i 2,5 miliardi di franchi l'anno. Il PS chiede inoltre la soppressione dei soldati del treno, del tiro obbligatorio e della protezione civile.
Uomini e donne, secondo il Ps, potranno servire nell'esercito per un massimo di 7 anni. A loro avviso, 15 mila soldati «a contratto» sono più che sufficienti per garantire la sicurezza del Paese. In caso di bisogno, si potrà attingere a una riserva di 45 mila uomini, da reclutare tra gli ex soldati professionisti, nel frattempo ritornati alla vita civile.
Per la consigliera nazionale zurighese Barbara Haering, l'enfasi che i partiti borghesi hanno messo sul concetto di neutralità e difesa nazionale che vorrebbero venisse meglio approfondito nel progetto Esercito XXI presentato dal governo, «non solo è avulso dalla realtà ma riflette la lotta di potere all'interno dei partiti borghesi, soprattutto tra PDC e PLR, incalzati dall'UDC». L'esercito che vuole l'UDC è troppo grande e in gran parte composto di dilettanti, «più utile per disciplinare gli uomini e le giovani generazioni che a rispondere efficacemente alle minacce attuali».
Conflitto europeo improbabile nei prossimi dieci anni
La proposta dei socialisti, ha aggiunto la Haering, nasce da un'analisi della minaccia quale essa oggi si presenta in Europa, analisi «che in buona parte ricalca quanto da anni vanno dicendo i vari rapporti commissionati dal Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport».
Attualmente, il pericolo che l'Europa si trasformi in un campo di battaglia è assai improbabile: anche con un esercito delle dimensioni da noi proposte, ha aggiunto la Haering, «avremmo pur sempre dieci anni di tempo per prepararci a un conflitto classico su vasta scala».
A minacciarci - ha precisato la Haering - sono piuttosto le catastrofi naturali e, più in generale, la povertà che colpisce i Paesi dell'est europeo: per questo, ha aggiunto la deputata zurighese, «è più ragionevole investire laddove c'è bisogno, ossia nel settore civile e nella prevenzione dei conflitti».
Un esercito fortemente orientato alla difesa nazionale come proposto dal dipartimento di Samuel Schmid non è preparato ad attacchi terroristici, o ad altre azioni di disturbo: per far fronte a questi pericoli basterà far capo alla polizia. Tenuto conto del moltiplicarsi di conflitti a carattere etnico e civile, il PS è favorevole alla cooperazione internazionale in missioni di mantenimento della pace sotto l'egida internazionale, «ma non all'adesione alla Nato».
Esercito XXI: troppo costoso e faraonico
Altri aspetti negativi nel progetto governativo sono stati sottolineati da Alexander Mariethoz - segretario della frazione PS alle Camere federali - il quale ha giudicato poco realista la possibilità ventilata dal Dipartimento della difesa circa un impiego armato al di fuori del territorio in caso di minaccia.
Sebbene l'esecutivo abbia abbandonato questo concetto nel suo progetto, «con i piani del governo tesi a migliorare le mobilità dell'esercito per operare in profondità, con i nuovi progetti d'armamento si abbandona di fatto il concetto classico di difesa per uno maggiormente offensivo, come dimostra la dotazione di nuove armi terra-aria».
Una simile scelta si basa su analisi strategiche completamente errate nonché molto costose. Rinunciando a tali armi, ha concluso, «potremo far scendere i costi dell'esercito dai 30 miliardi in quattro anni ventilati dall'esecutivo a 18 miliardi».
Mariethoz ha inoltre criticato la durata del servizio militare prevista da Esercito XXI: 24 settimane di scuola reclute sono troppe. Per il PS, 200 giorni di servizio bastano. I giovani dovrebbero essere prosciolti dagli obblighi militari a 26 anni, e non a 30 come vuole l'esecutivo. Per Mariethoz, inoltre, «sia le truppe del treno che il tiro obbligatorio andrebbero soppressi».
Soldati professionisti: un trend europeo
Sui soldati a contratto si è espresso Peter Hug, professore all'Università di Berna ed esperto di questioni militari per il PS: esempi analoghi a quelli proposti dal PS, ha detto, «esistono in parecchi stati europei. Per rendere attrattiva questa carriera, ha precisato Hug, bisognerà offrire ai futuri soldati «a contratto», «una formazione adeguata che permetterà loro di reinserirsi nella vita civile senza problemi».
Dalla fine della Guerra fredda, Spagna, Italia, Olanda, Belgio e Francia sono passati a un esercito di professionisti: tra i paesi neutrali d'Europa, oltre alla Svizzera, Svezia, Finlandia e Austria prevedono ancora il servizio militare obbligatorio.
swissinfo e agenzie

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