Navigation

Una molecola per combattere l'Aids

Ricercatori ginevrini e della fondazione Mintaka hanno scoperto una molecola microbicida che in futuro le donne potrebbero usare come gel vaginale per proteggersi contro l'infezione dell'AIDS.

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 novembre 2008 minuti

La sostanza potrebbe essere in grado di impedire al pericoloso virus di entrare nel corpo e potrebbe essere prodotta a basso prezzo. Non è però ancora chiaro se la molecola troverà uso pratico, sia perché i finanziamenti per la ricerca non sono ancora sicuri, sia perché la molecola non è ancora stata testata sull'essere umano.

I ricercatori guidati dal professor Oliver Hartley già nel 2004 avevano sviluppato un microbicida anti-HIV (virus dell'immunodeficienza umana) e dimostrato che poteva fermare il trasferimento della malattia nelle scimmie, precisa l'università di Ginevra. La sua produzione è però molto cara.

Aiutati da collaboratori francesi e americani, i ricercatori ginevrini avevano così cominciato a cercare sostanze analoghe più convenienti per essere impiegate anche nei paesi poveri. La nuova molecola, denominata 5P12-RANTES, può essere prodotta a costi molto più contenuti della precedente.

Non è comunque ancora chiaro se questo principio attivo, che i ricercatori presentano nella nuova edizione del periodico specialistico "PNAS", sarà effettivamente utilizzato. La fase clinica di sperimentazioni sarà effettuato dalla Fondazione Mintaka, che gestisce progetti di medicina di punta per apportare semplici soluzioni ai problemi dei paesi in via di sviluppo. I test sono previsti nel 2010.

Ci sono comunque dei problemi di finanziamento. L'industria farmaceutica in genere propone di finanziare questo stadio molto costoso dello sviluppo, ma resta molto prudente quando gli acquirenti potenziali non dispongono di molti mezzi.

Non è però nemmeno chiaro se la nuova sostanza sarà effettivamente efficace sull'uomo. Nel passato alcune microbicide contro l'HIV si erano rivelate molto promettenti in laboratorio, ma ciò non aveva poi trovato conferma negli studi sull'uomo.

Articoli menzionati

In conformità con gli standard di JTI

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Partecipa alla discussione!

Condividi questo articolo

Cambia la tua password

Desideri veramente cancellare il tuo profilo?