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Schengen/Dublino, popolo alle urne

Ueli Maurer, presidente dell'Unione democratica di centro, con una parte delle firme. Keystone

I cittadini dovranno esprimersi il prossimo 5 giugno in merito alla partecipazione elvetica agli accordi sulla sicurezza e l’asilo.

Questo contenuto è stato pubblicato il 31 marzo 2005

Il fronte degli oppositori ha raccolto 86'000 firme, ben più delle 50'000 necessarie per il referendum.

I contrari agli accordi di Schengen e Dublino sulla sicurezza e la cooperazione in materia d’asilo hanno consegnato giovedì 86'000 firme alla cancelleria federale. Il popolo svizzero sarà quindi chiamato ad esprimersi sul tema nel prossimo mese di giugno.

Il «Comitato svizzero d'azione contro l'adesione a Schengen/UE» – di cui fanno parte i partiti della destra nazionalista Unione democratica di centro (UDC) e Lega dei Ticinesi, unitamente all’Azione per una Svizzera neutrale e indipendente – giudica l'accordo «una grave perdita di sicurezza», a causa della soppressione dei controlli personali alle dogane.

Uno schieramento interpartitico, guidato dai Democratici Svizzeri, aveva già raccolto 80'000 sottoscrizioni contro l’estensione ai dieci nuovi paesi membri dell’Unione europea dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. Su questo tema si voterà il 25 settembre.

Sostegno da Ticino e Romandia

Hans Fehr, direttore dell'ASNI e consigliere nazionale UDC, ha precisato che un sesto delle 86'000 adesioni contro Schengen/Dublino è stato raccolto in Ticino e in Romandia. La medesima considerazione vale per l’accordo sulla libera circolazione delle persone, fortemente osteggiato dai cantoni latini da cui proviene il 20% dei firmatari.

«È evidente che l'adesione agli accordi di Schengen, per il Consiglio federale e il Parlamento, ha lo scopo unicamente di eliminare gli ostacoli sulla via dell'adesione all'Unione europea», ha affermato il presidente dell'UDC Ueli Maurer, sottolineando che non è stata Bruxelles ad insistere affinché questo dossier facesse parte del pacchetto di accordi bilaterali.

Il referendum contro la cooperazione in materia d’asilo e sicurezza è stato appoggiato anche dagli amanti delle armi. Secondo l'ex consigliere nazionale Willy Pfund, presidente associato del «Comitato per un diritto liberale sulle armi», la Svizzera non potrà più decidere in modo indipendente chi ha il diritto di acquistare, possedere o utlizzare un'arma. A suo avviso le disposizioni comunitarie non faranno comunque diminuire i reati, commessi per lo più con armi illegali.

Favorevoli in calo

Se si votasse oggi, il popolo svizzero direbbe sì agli accordi bilaterali di Schengen e Dublino con l'Unione europea. Ma il numero di favorevoli sta diminuendo.

Il primo sondaggio realizzato per conto della ssr, svoltosi nell'agosto del 2004, aveva registrato un 64% di favorevoli a Schengen/Dublino. In ottobre, la percentuale era salita al 69%. A inizio marzo 2005, i favorevoli sarebbero stati il 59%.

Per contrastare gli argomenti di UDC, Lega e ASNI è stato creato un comitato di oltre 150 parlamentari socialisti, radicali, democristiani, ecologisti, liberali ed evangelici.

swissinfo e agenzie

In breve

L'accordo di Schengen favorisce la libera circolazione delle persone (soppressione dei controlli fissi alle frontiere interne all'Unione Europea) e si prefigge di migliorare la sicurezza (cooperazione delle forze di polizia e assistenza giudiziaria).

L'accordo di Dublino riguarda il diritto d'asilo. All'interno dell'UE, un richiedente può depositare solo una domanda d'asilo.

Rifiutando l'accordo di Dublino, la Svizzera diventerebbe la sola alternativa ai richiedenti l'asilo che arrivano in Europa occidentale

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