Migrazione, terrorismo, elezioni federali, scandalo FIFA… L’anno che si è appena concluso non è certo stato avaro di fonti di ispirazione per i vignettisti svizzeri.
Questo contenuto è stato pubblicato il 04 gennaio 2016 - 11:00
Dal 2008, una cinquantina di vignettisti svizzeri espongono alcuni dei loro lavori nel quadro dell’esposizione «Gezeichnet»Link esterno, presentata per la prima volta quest’anno al Museo della comunicazione di Berna. I visitatori sono invitati a scegliere la caricatura dell’anno, un premio conferito dal 2012. L’esposizione vuole anche essere un tentativo per superare i confini culturali tra le quattro regioni linguistiche della Svizzera.
«La caricatura svizzera non è così spettacolare come quella inglese o francese. Ma da una quarantina d’anni, può contare su molti disegnatori di primo piano che reagiscono anche a eventi internazionali», aveva spiegato a swissinfo.ch il professore di storia dell’arte Philippe Kaenel, in un articolo consacrato alla stampa satirica. Artisti come Chappatte, i cui disegni sono regolarmente pubblicati da testate prestigiose come il New York Times, o Mix & Remix, spesso ripreso da Le Courrier International.
Se il 2015 è stato ricco di eventi che hanno ispirato i vignettisti svizzeri, ve ne è però uno in particolare entrato tragicamente negli annali della satira: l’attentato contro la redazione di Charlie Hebdo a Parigi in gennaio.
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