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Sì borghese alla legge sul personale federale

Secondo i fautori, la legge federale metterebbe fine a un sistema «polveroso e limitato» Keystone

La Confederazione deve ammodernare la politica di gestione del personale. È quanto afferma il comitato di un centinaio di parlamentari borghesi che sostengono la legge sul personale della Confederazione, in votazione il 26 novembre.

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 ottobre 2000

La nuova legge sul personale della Confederazione, combattuta da referendum, pone fine a un sistema «polveroso e limitato», che risale al 1927, ha dichiarato venerdì alla stampa il consigliere agli Stati Franz Wicki (PPD/LU). Abolisce lo statuto di funzionario e introduce contratti di lavoro di diritto pubblico. Concerne circa 110 000 collaboratori dell'amministrazione, La Posta e FFS.

I contratti, individuali, potranno essere disdetti da entrambe le parti. Inoltre, la partecipazione dei partner sociali è prevista nella legge che obbliga la Posta e le FFS a stipulare convenzioni collettive. Il comitato «Sì a una legge moderna sul personale della Confederazione» rifiuta dunque la tesi degli avversari secondo cui con la nuova legge si apre la via allo smantellamento della funzione pubblica.

Al contrario - ha sottolineato il consigliere agli Stati Rolf Büttiker (PLR/SO) - il personale federale resterà privilegiato. In fatto di protezione contro i licenziamenti, agli impiegati della Confederazione saranno applicate regole più favorevoli rispetto agli altri salariati. Secondo Wicki la legge non comporta dunque uno smantellamento sociale, ma introduce una nuova cultura aziendale e lavorativa. In materia salariale sarà soppresso l'automatismo legato all'anzianità.

Le buone prestazioni saranno compensate da premi e supplementi salariali. Fissando obiettivi e valutando i risultati - ha osservato il consigliere nazionale Jean-Paul Glasson (PLR/FR) - gli impiegati saranno maggiormente responsabilizzati.

Il suo collega Hermann Weyeneth (UDC/BE) ha affermato che la nuova legge renderà la Confederazione competitiva sul mercato del lavoro, incoraggerà gli scambi di personale con il settore privato e permetterà di usare meglio i fondi pubblici. Inoltre - ha ricordato Weyeneth - la maggioranza dei cantoni ha già abbandonato la statuto di funzionario o lo farà prossimamente.

I membri del comitato, composto di rappresentanti di PLR, UDC, PPD e PLS, sono tuttavia consapevoli della forte opposizione espressa dalla parte latina del paese. Delle 84 775 firme raccolte dall'Unione federativa del personale delle amministrazioni e delle imprese pubbliche, oltre la metà proviene infatti dalla Svizzera romanda e dal Ticino. Di conseguenza - ha ammesso Glasson - sarà più difficile far passare la legge in queste regioni in cui il dibattito è più aspro.

swissinfo e agenzie

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