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Ritratto del "sogno letterario" femminile alla libreria di Berna

Le opere della scrittrice svizzera Regina Ullmann sono rimaste sconosciute al grande pubblico fino a pochi anni fa. www.stub.unibe.ch

La mostra itinerante descrive la difficile vita di 7 scrittrici - tra il 19mo e il 20mo secolo - confrontate al modello maschile e da questo spesso schiacciate. Strettamente legate alla Svizzera, le loro vite letterarie hanno trovato impulso a Monaco di Baviera.

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 settembre 2001 - 15:36

Le loro opere sono state raccolte e affiancate in virtù dei legami delle autrici con la città di Monaco, considerata dagli specialisti un territorio particolarmente fertile per la ricerca e lo sviluppo di stimoli letterari.

Una delle donne la cui vita è esposta alla libreria di Berna è la sangallese Regina Ullmann, scrittrice ebrea che si recò nel capoluogo bavarese nel 1902 per definire il suo orizzonte letterario. Con l'aiuto di Rainer Maria Rilke, pubblicò novelle e poesie che i critici contemporanei definirono vere e proprie gemme.

La Ullmann lasciò la Germania nel 1933 in seguito all'avvento al potere del nazismo, e passò gli ultimi anni della sua vita a San Gallo. Purtroppo - e malgrado i favori della critica - i suoi lavori arrivarono al grande pubblico solamente anni dopo la sua morte.

Perno della mostra bernese è la vita di Ricarda Huch. Considerata la migliore scrittrice tedesca del suo periodo (1864-1947), Ricarda Huch ebbe un forte rapporto con la Svizzera. Lasciando la patria, fu una delle prime donne a studiare storia e filosofia all'Università di Zurigo, dove nel 1892 pubblicò una tesi sulla neutralità svizzera.

Mosse i primi passi sul cammino della letteratura nel giornale bernese "Bund", che pubblicò le sue prime poesie. L'editore culturale del quotidiano, J.V.Widmann ne divenne mentore, dando alla stampa la sua prima novella "Goldeninsel" (L'isola dorata).

Fotografie, lettere, cartoline e manoscritti conducono lo spettatore - che si reca alla mostra bernese - attraverso le vite delle 7 autrici. Ciò che si scopre è che per loro il successo letterario non significava necessariamente una vita di successo.

Spesso la difficoltà di sbarcare il lunario, il conciliare la maternità col lavoro e la competizione con gli scrittori finiva col distruggere la "scintilla" creativa, o distruggeva la stessa autrice.

Una delle autrici presentate, Lena Christ, figlia di un muratore, divenne famosa con la propria biografia "Memoirs of a superfluous woman" (memorie di una donna inutile), nel 1912. Malgrado il successo raggiunto, Lena Christ si tolse la vita dopo due matrimoni naufragati.

Un'altra, Emmy Hemmings, disprezzava la morale borghese ignorando i dettami allora imposti ai comportamenti femminili. Per questo pagò un prezzo molto alto: povertà e solitudine.

La mostra "Il sogno dello scrivere: scrittrici a Monaco, 1860-1960" è in esposizione alla libreria municipale e universitaria di Berna fino alla fine di ottobre.

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