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Si tratta di una vittoria sindacale importante, ha detto Christian Levrat del Sindacato della comunicazione. A suo avviso, il progetto Rema è «morto e sepolto».
La Posta ha fatto marcia indietro davanti alla collera del personale, che in diversi centri svizzeri si era già pronunciato per lo sciopero in caso di fallimento dei negoziati. Mertedì le assemblee del personale aderente ai due sindacati dovrebbero esprimersi sul risultato raggiunto.
Tagli inevitabili?
Da parte sua, la Posta non intende disarmare completamente: bisogna pure che l'azienda rispetti il mandato della Confederazione di risparmiare sui costi, ha affermato il suo portavoce André Mudry.
Si tratterà ora di discutere con i sindacati le diverse alternative presentate. A suo avviso, ancora discutibile è per esempio la soluzione a tre grandi centri più un numero negoziabile di centri regionali più piccoli. Tagli saranno inevitabili, ma con i centri regionali meno dipendenti saranno costretti a cambiare posto di lavoro, ha detto Mudry.
Da parte sua, il Partito socialista svizzero ha diramato una nota in cui si dice soddisfatto della disponibilità della Posta a discutere. «Bravo Moritz Leuenberger», esulta il PS, attribuendo all'impegno del suo consigliere federale - negli ultimi tempi parecchio bacchettato anche dai suoi compagni di partito - il merito della ritrovata collaborazione costruttiva con i sindacati.
swissinfo e agenzie

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