Pro Helvetia: non ci saranno riforme radicali
Il conflitto sul tipo di riforma più adatto per la Fondazione culturale Pro Helvetia è stato risolto giovedì in favore della variante meno radicale. In un comunicato si precisa che François Wasserfallen è stato nominato vice direttore di Pro Helvetia.
Questo contenuto è stato pubblicato il 06 luglio 2000 - 18:48La variante scelta dal consiglio di fondazione, denominata "PH 2500" dovrà essere messa in pratica dallo stesso consiglio entro la fine dell'anno prossimo. Per la riorganizzazione del segretariato e l'attuazione di altre riforme è previsto il ricorso a un capoprogetto esterno.
Il progetto bocciato prevedeva invece riforme più radicali, con le dimissioni dei 35 membri del consiglio di fondazione e dei quadri dell'istituzione.
Il vicedirettore appena nominato, 38 anni, proviene dalla cerchia degli stretti collaboratori della ministra degli interni e della cultura Ruth Dreifuss. Assumerà la sua carica a partire da inizio ottobre.
Le critiche rivolte negli ultimi tempi a Pro Helvetia riguardano in particolare l'eccessivo costo del suo apparato amministrativo: dei circa 30 milioni di franchi che la Confederazione versa ogni anno alla fondazione svizzera per la cultura, soltanto i due terzi circa vengono effettivamente utilizzati per finanziare progetti culturali.
Per decidere sulla concessione di qualsiasi contributo, anche se di soli 300 franchi, è oggi necessario fare allestire una perizia dal consiglio di fondazione, i cui membri possono ricevere fino a 150 franchi di compenso all'ora.
Un altro argomento di critica è la mancanza di una chiara ripartizione delle competenze fra Ufficio federale della cultura, Pro Helvetia, cantoni e comuni, come pure l'assenza di una chiara strategia.
swissinfo e agenzie
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