Pomodoro italiano e crisi: la bottiglia di vetro costa più del sugo che contiene
Il raccolto del pomodoro destinato a polpe, passate, sughi e concentrato è stimato in calo di 5,4 miliardi di chili.
Addio quest'anno in Italia a più di una bottiglia di passata di pomodoro su dieci, con la siccità e le temperature roventi che hanno tagliato dell'11% il raccolto del pomodoro da salsa destinato a polpe, passate, sughi e concentrato: la produzione nazionale è stimata in calo fino a 5,4 miliardi di chili, rileva l'associazione di categoria Coldiretti. E il valore attribuito al vetro del contenitore è superiore a quello del pomodoro che si trova all'interno.
"Il clima - afferma l'organismo - ha decimato il raccolto del prodotto simbolo della dieta mediterranea che quest'anno viene in realtà colpita in tutte le sue componenti. A livello nazionale il pomodoro per la salsa Made in Italy, per passate, pelati e concentrati è coltivato su circa 70'000 ettari da nord a sud del paese con Emilia Romagna, Lombardia, Campania e Puglia che sono i principali produttori coinvolgendo una filiera dove operano 6500 imprese agricole, circa 90 imprese di trasformazione e impiega 10'000 addetti, per un fatturato di 3,7 miliardi di euro di cui più della metà realizzato grazie alle esportazioni all'estero in crescita del 5% nei primi quattro mesi del 2022 nonostante la guerra in Ucraina".
"L'Italia - prosegue Coldiretti - rappresenta il 15% del raccolto mondiale, è il primo produttore europeo di pomodoro davanti a Spagna e Portogallo e il secondo a livello globale subito dopo la California. La salsa Made in Italy è trainata dal successo della dieta Mediterranea nel mondo ma è minacciata dall'esplosione dei costi di produzione sulla scia delle speculazioni internazionali, dagli effetti del conflitto scatenato dai russi e delle tensioni internazionali sulle materie prime"-
Una scenario definito "drammatico" in cui si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto. In una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà (53%) - evidenzia Coldiretti - è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l'8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all'etichetta e il 2% per la pubblicità".
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