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Una nuova identità per sfuggire alla vendetta

Testimoniare contro la criminalità organizzata significa vivere in costante pericolo. Keystone

Tratta di esseri umani, terrorismo, criminalità organizzata: sovente i colpevoli restano impuniti poiché i testimoni non osano parlare per paura di ritorsioni. La Camera dei Cantoni ha però approvato una legge che dovrebbe cambiare la situazione.

Questo contenuto è stato pubblicato il 19 giugno 2011
Eveline Kobler, swissinfo.ch

Chi accetta di testimoniare in un processo contro organizzazioni criminali deve essere cosciente del rischio di essere minacciato o addirittura eliminato da parte dei complici rimasti in libertà. Per questo motivo, molte vittime e testimoni decidono di tacere.

In Svizzera, finora, la protezione dei testimoni è garantita dai cantoni. Questo compito viene quindi svolto con modalità diverse: «Attualmente non esiste un vero e proprio programma nazionale di protezione dei testimoni fuori dall'ambito procedurale. Manca infatti la base legislativa», spiega Andreas Leuzinger dell'Ufficio federale di polizia.

«La questione della protezione dei testimoni è fondamentale soprattutto nei processi riguardanti la tratta di esseri umani, il commercio di armi, di droga e il terrorismo», rileva. La proposta approvata a metà giugno dal Consiglio degli Stati (Camera dei Cantoni) dovrebbe quindi consentire di colmare questa lacuna.

Si deve cooperare

Il governo svizzero – in un messaggio nel novembre 2010 – ha infatti proposto al parlamento di approvare la Convenzione del Consiglio d'Europa contro la tratta degli esseri umani e la proposta di legge federale sulla protezione extraprocedurale dei testimoni. Quest'ultimo è infatti l'unico aspetto dell'attuale legislazione svizzera che deve essere adeguato per poter applicare la Convenzione.

Rispetto alla situazione attuale, il disegno di legge, «consente di disciplinare nel diritto federale le strutture statali e i presupposti per svolgere programmi di protezione dei testimoni» scrive il governo.

In particolare, vista la necessità di collaborare a livello nazionale e internazionale, «è opportuno incaricare un servizio centrale nazionale di protezione dei testimoni di adottare le misure per proteggere i testimoni nei procedimenti sia federali sia cantonali. Il disegno di legge disciplina i compiti e le competenze di tale servizio».

Misure speciali

Tra le varie misure speciali previste dal disegno di legge per tutelare i testimoni figura la possibilità di fornire a una persona dei documenti fittizi e di conseguenza la base giuridica necessaria per rivolgersi alle autorità federali, cantonali, comunali e ai privati coinvolti.

«In presenza di una grave minaccia per il testimone, la sua identità può essere modificata e la persona trasferita in un altro paese», riassume Leuzinger. Tale provvedimento si giustifica quando la persona difficilmente potrebbe continuare a vivere in Svizzera senza essere facilmente identificata, per esempio grazie ai tratti somatici o all'origine etnica.

Le misure possono essere applicate a cittadini svizzeri e a cittadini stranieri, ed estese agli stretti famigliari della persona in questione. Ovviamente, aggiunge Leuzinger, cambiare identità significa lasciarsi tutto alle spalle e non avere più contatti con la propria cerchia di amici e conoscenti.

Non per chiunque

L'entrata nel previsto programma di protezione extraprocedurale avviene su richiesta del magistrato competente durante il processo e richiede l'accordo della persona interessata. Inoltre, sottolinea Leuzinger, «potrà partecipare soltanto chi ha collaborato con l'autorità giudiziaria».

Non vi saranno invece possibilità per chi ritratta le proprie affermazioni davanti al giudice oppure non fornisce indicazioni rilevanti in un caso di rilevanza penale. Anche chi ha commesso delitti avrà poche possibilità di essere ammesso nel programma di protezione.

Le persone ammesse al programma che non dovessero rispettare le regole di comportamento stabilite saranno escluse. A questo proposito, annota Leuzinger, «è già successo che persone sotto falsa identità utilizzassero un profilo facebook con il nome vero».

In questi casi, ovviamente, gli sforzi per garantire la sicurezza sono vanificati. Chi lo desidera può comunque scegliere di abbandonare in qualsiasi momento il programma di protezione.

Famiglie minacciate

Se il disegno di legge sarà approvato anche dal Consiglio nazionale (Camera del popolo), la Confederazione istituirà dunque un servizio nazionale per la protezione dei testimoni, che impiegherà una decina di collaboratori e si occuperà anche di svolgere le necessarie verifiche in Svizzera e all'estero.

Secondo le stime, il programma di protezione potrebbe interessare 10-15 persone ogni anno nella Confederazione, tenendo però presente che ogni singolo caso può coinvolgere altre persone.

Comunque, sottolinea, «la protezione dei testimoni non implica sempre una nuova identità. Nei casi meno gravi è sufficiente garantire la sorveglianza durante il processo, oppure semplicemente modificare il nome e il luogo di domicilio».

Infine – fa notare Leuzinger – spesso a essere minacciato non è il testimone stesso, bensì la sua famiglia nel paese d'origine, soprattutto nei casi che riguardano la tratta di esseri umani.

Tutelare meglio

I diritti di protezione procedurale come la possibilità di non rivelare la propria identità o di deporre come testimone con l’ausilio di una protezione visiva o acustica sono già previsti dal Codice di procedura penale svizzero.

Tuttavia tali diritti non sono più sufficienti se l’imputato è riuscito a risalire all’identità del testimone in base al contenuto della deposizione oppure a scoprirne l’identità in altro modo. In questi casi la protezione extraprocedurale è sovente l’unico mezzo adeguato ed efficace.

Attualmente singole misure di protezione extraprocedurale dei testimoni vengono adottate in base all’obbligo generale dei Cantoni di prevenire le minacce. Non vengono invece organizzati veri e propri programmi di protezione con misure di protezione di vasta portata perché mancano le basi giuridiche specifiche.

Le misure proposte nel disegno di legge riguardano quindi in primo luogo le persone minacciate che detengono informazioni determinanti per l’esito di procedimenti scaturiti da indagini su forme gravi o molto gravi di criminalità, soprattutto sulla criminalità organizzata e su quella violenta di matrice terroristica.

Fonte: Messaggio del governo concernente l’approvazione e la trasposizione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani e la legge federale sulla protezione extraprocedurale dei testimoni (17 novembre 2010)

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