Tre quarti delle nazioni sono considerate corrotte
Secondo Transparency International, la piaga della corruzione colpisce quasi tre nazioni su quattro nel mondo. I paesi in guerra – come l'Afghanistan e l'Iraq – sono tra i più colpiti, ma questo fenomeno non risparmia nemmeno gli Stati europei come l'Italia o la Romania. La Svizzera figura invece tra i paesi meno corrotti, anche se nell'ultimo anno ha perso terreno.
Sui 178 paesi passati in rassegna da Transparency International, tre quarti hanno un indice di percezione della corruzione nel settore pubblico inferiore alla media. Questo dato viene misurato secondo l'impressione che imprenditori, uomini d'affari e analisti politici si fanno di un determinato paese, soprattutto sulla base delle notizie dei media.
Nella classifica 2010, Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore figurano tra i paesi meno corrotti con un indice di 9,3 su 10. L'Afghanistan e la Birmania sono i penultimi della lista (1,4 punti), davanti alla Somalia (1,1).
Rispetto allo scorso anno, diversi paesi come Cile, Ecuador, Haiti o Bhutan hanno fatto importanti passi avanti nella percezione della corruzione. Peggiora invece la situazione nella Repubblica Ceca, in Grecia, Ungheria e Stati Uniti. In un anno, l'Italia ha perso ben quattro posizioni, 12 dal 2008. Attualmente si trova al 67esimo posto (3,9 punti), dopo il Ruanda (4).
Dal canto suo, la Svizzera figura tra i dieci paesi con una minore percezione della corruzione al mondo. Con un indice di 8,7 si situa all'ottavo posto (con l'Australia), il peggior risultato registrato dal 2003. A questo proposito l'organizzazione ricorda la donazione di 150'000 franchi di UBS al PPD diventata di dominio pubblico nel marzo 2009 e che aveva suscitato critiche, considerato che la banca era appena stata fortemente aiutata con fondi pubblici.
La Svizzera è l'unico paese democratico a non disporre di una normativa sul finanziamento delle formazioni politiche, sottolinea l'ONG: il cittadino non può così farsi un'idea sugli interessi finanziari dei partiti.

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