Svizzera-UE: sul fisco, Bruxelles vuole nuovi negoziati
La commissione europea ha approvato martedì il mandato negoziale per un nuovo accordo con la Svizzera sulla lotta all'evasione. Bruxelles vuole estendere l'assistenza amministrativa anche all'evasione.
Attualmente l'assistenza amministrativa tra la Svizzera e l'UE è contemplata solo in caso di frode fiscale in materia di imposte indirette. In futuro, l'esecutivo comunitario vorrebbe che essa venisse applicata anche nei casi di evasione di imposte sul reddito e sulla sostanza, sul modello di un'intesa analoga che sta per essere sottoscritta con il Liechtenstein. La richiesta di informazioni non si fermerebbe più quindi davanti al segreto bancario.
Nel suo rapporto la Commissione rileva che la frode e l'evasione impediscono agli stati membri di valutare correttamente i gettiti e incassare le imposte. Questo comporta perdite per i conti pubblici che si traducono in tassi di imposizione più alti per i contribuenti. Senza citare direttamente la Svizzera, l'esecutivo giudica questo stato di cose particolarmente irritante quando coinvolge paesi terzi che hanno stretti legami con l'UE, perché approfittano dei programmi comunitari e della libera circolazione delle persone e dei capitali.
Alla luce di questa integrazione economica, secondo la commissione si rende necessaria una maggiore collaborazione in materia fiscale: ci vogliono quindi nuovi accordi non solo con la Svizzera, ma anche con San Marino, Andorra e Monaco. Berna, dal canto suo, ha una posizione diversa, poiché preferisce accordi di doppia imposizione bilaterali, come quelli parafati di recente con, tra gli altri, Olanda, Francia e Stati Uniti.
Il mandato deve essere ancora approvato all'unanimità dal Consiglio dei ministri europei. La prossima riunione dei ministri delle finanze si terrà martedì prossimo, ma non è ancora chiaro se il tema sarà all'ordine del giorno: è più probabile che il dossier verrà affrontato solo in autunno.
swissinfo.ch e agenzie

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Partecipa alla discussione!