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Controlli discriminatori da parte della polizia a Zurigo?

Un cittadino svizzero di origini keniane solleverà lunedì dinnanzi al tribunale distrettuale di Zurigo la questione del 'racial profiling', ossia il peso di fattori razziali o etnici nel determinare l'azione delle forze dell'ordine. 

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 novembre 2016
swissinfo.ch e rsi.ch (TG del 6.11.16)

Il 42enne Mohamed Wa Baile, che comparirà dopo essersi opposto a una multa di 250 franchi per non aver esibito i documenti d'identità, ritiene di essere stato vittima di un atto discriminatorio. Bibliotecario di professione, residente a Berna e impiegato a Zurigo, incappa spesso in controlli di polizia e stima che questo accada solo perché è di pelle scura. 

"Capisco che gli agenti devono fare il loro lavoro. Ma quando ti accorgi che vieni sempre controllato, incominci a chiederti quale sia il vero problema". Il caso che lo porterà in Tribunale risale al 5 febbraio 2015. Pochi minuti dopo essere sceso dal treno a Zurigo tre poliziotti gli chiedono i documenti. Wa Baile si rifiuta di esibirli, beccandosi una multa di 250 franchi. Si sente discriminato e oppone ricorso. 

"È un problema che colpisce molte persone. Purtroppo però, non se ne parla quasi mai", sostiene Tarek Naguib dell'Allenza contro il racial profiling. Sul caso concreto, la polizia di Zurigo non vuole esprimersi. Il tema del racial profiling, afferma il portavoce Marco Cortesi, viene però preso sul serio. 

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