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L'Armenia congela l'accordo raggiunto a Zurigo con la Turchia

La coalizione al potere ad Erevan ha deciso giovedì di congelare il processo di ratifica degli accordi di normalizzazione delle relazioni con Ankara. La Svizzera, che durante i negoziati svoltisi in ottobre a Zurigo ha funto da mediatrice, spera che il dialogo possa continuare.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 aprile 2010 - 16:30

"Dato che la parte turca rifiuta di ratificare i protocolli senza porre condizioni preliminari ed entro tempi ragionevoli, noi riteniamo necessario fermare il processo" di ratifica dell'accordo di normalizzazione, hanno dichiarato i tre partiti di governo armeni in una nota.

I protocolli di normalizzazione fra Turchia e Armenia, divise sulla questione del massacro degli armeni commesso dall'Impero ottomano durante la Prima Guerra Mondiale, sono stati firmati lo scorso ottobre e prevedono il ristabilimento di rapporti diplomatici e la riapertura della frontiera fra i due paesi. I protocolli devono essere ratificati dai due parlamenti.

Ma di recente il presidente armeno, Serge Sarkissian, ha accusato Ankara di voler legare la ratifica ad alcune rivendicazioni sul territorio conteso del Nagorno-Karabakh, a maggioranza armena, formalmente parte dell'Azerbaigian ma controllato da Erevan. Per questo l'Azerbaigian, alleato della Turchia, non vede di buon occhio la normalizzazione fra Erevan e Ankara.

La Turchia ha da parte sua reso noto di voler continuare ad impegnarsi per il processo di pace. "Noi – ha affermato il premier Erdogan – abbiamo più volte espresso il nostro impegno nei confronti dei procotolli a parole e nelle intenzioni ed il nostro scopo è quello di metterli in atto".

Non si è fatta attendere neppure la reazione svizzera, che su domanda dei due paesi ha funto da mediatrice. Il Dipartimento federale degli affari esteri ha sottolineato l'importanza "di compiere tutti gli sforzi necessari per poter continuare sulla strada del dialogo e della cooperazione, strada imboccata con coraggio dall'Armenia e dalla Turchia in questi ultimi anni".

swissinfo.ch e agenzie

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