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La visione esplosiva del ministro svizzero degli affari esteri

Il consigliere federale Ignazio Cassis ha fatto elaborare una visione 2028 della politica estera della Svizzera. Nel documento, l'economia assume un ruolo di rilievo. Thomas Kern/swissinfo.ch

Il Dipartimento federale degli affari esteri ha elaborato una nuova visione della politica estera svizzera. Le sfide principali: digitalizzazione, migrazione e relazioni con l'Unione europea.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 agosto 2019 - 16:30
Anna Miller, swissinfo.ch

Di che cosa si tratta?

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Ignazio Cassis, il consigliere federale e capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), vuole dare un nuovo impulso alla politica estera svizzera. A tal fine, nell'autunno 2018 ha istituito un gruppo di lavoro con il compito di elaborare la 'Visione per la politica estera della Svizzera 2028' (AVIS28Link esterno).

Perché la Svizzera ha bisogno di una visione?

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Con la digitalizzazione, i cambiamenti climatici, lo spostamento degli assi di potere, l'aumento delle tensioni geopolitiche, i conflitti commerciali, i flussi migratori e la conseguente perdita di fiducia nella politica tradizionale, molte cose hanno iniziato a cambiare e hanno un impatto sulla Svizzera, spiega il DFAE.

Il mondo sta diventando più duro, frammentato, complesso e meno prevedibile, rileva il DFAE. Ciò significa che la Svizzera non può semplicemente limitarsi ad amministrare il suo successo. Il Paese deve agire con più forza da una posizione chiaramente definita e presentarsi unito al mondo esterno. In questo modo la Svizzera vuole prepararsi ad affrontare le sfide, senza però lasciarsi sfuggire le sue opportunità nell'ambito dell'ordine globale.

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Che cosa significa concretamente?

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L'accento è posto su sei ambiti piuttosto delicati: gli interessi e i valori della Svizzera, la politica estera e il ruolo dell'economia, la partecipazione della popolazione, l'aiuto allo sviluppo e la migrazione, la digitalizzazione e le relazioni con l'Ue.

Nella visione si afferma che la politica estera svizzera persegue priorità tematiche e regionali, che la politica estera e quella interna sono strettamente interconnesse e che "i servizi ai cittadini e la stretta collaborazione con l'economia svizzera" sono punti di forza riconosciuti. L'accesso al mercato per le imprese svizzere è una priorità assoluta, si legge nel documento.

Quali sono le questioni più esplosive?

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Gli ambiti che suscitano più reazioni contrastanti sono l'economia e l'Ue. Dall'inizio del suo mandato, il consigliere federale Ignazio Cassis è criticato per i suoi stretti legami con il mondo economico. È stato ad esempio biasimato per aver nominato due quadri aziendali di SwissRe e ABB in seno al gruppo di lavoro AVIS28 ed è stato accusato di seguire una politica estera troppo orientata verso gli interessi economici. Il settimanale di sinistra WOZLink esterno mette in guardia da "visioni pericolose" e troppo unilaterali. Cassis riceve invece elogi dalla destra per la sua idea di 'Switzerland first', che intende concentrarsi maggiormente sugli interessi elvetici.

Anche la questione europea è fonte inesauribile di tensioni. Il gruppo di lavoro scrive nel suo rapporto che la Svizzera "ha bisogno di un partenariato stretto e dinamico con l'Ue". Un'adesione non entra tuttavia in discussione. Bruxelles continua a rimanere aperta alla via bilaterale, ma negli ultimi anni il margine di negoziazione di Berna si è ristretto. Ignazio Cassis rammenta che la Svizzera ha bisogno del miglior accesso possibile al mercato europeo, conservando però al contempo la massima sovranità.


Quali sono le novità?

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Ignazio Cassis, dicono gli osservatori, potrebbe non aver reinventato la ruota, ma ha eseguito un cambio di paradigma. Ad esempio, dando maggior peso agli interessi svizzeri nella cooperazione allo sviluppo e tenendo conto "dell'importanza strategica" della Svizzera nell'attuazione della sua tradizione umanitaria. Gli ambienti di sinistra temono dal canto loro che questa visione conduca a una politica migratoria più restrittiva.

Quanto è da prendere sul serio questa visione?

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Il rapporto suscita la discussione nei media e nel mondo politico. Tuttavia, la futura direzione della politica estera svizzera non è ancora scolpita nel marmo. La democrazia diretta della Svizzera e l'evoluzione del contesto geopolitico mondiale potranno anch'esse avere un peso.

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