Diritti umani: la Svizzera biasima l'Iran
Lunedì la Confederazione ha criticato il regime di Teheran davanti al Consiglio dei diritti dell'uomo a Ginevra per l'uso eccessivo della violenza da parte delle forze di sicurezza e ha chiesto che nel paese siano garantiti il diritto alla libertà di espressione e di associazione.
In una dichiarazione scritta, l'ambasciatore svizzero presso le Nazioni Unite Dante Martinelli ha formulato cinque raccomandazioni alle autorità iraniane in occasione dell'esame del rapporto su Teheran.
La Svizzera chiede di modificare la legislazione iraniana allo scopo di "limitare" le condanne alla pena capitale e le esecuzioni, "in aumento nel corso di questi ultimi anni". Esorta anche "l'abolizione della pena di morte contro i giovani delinquenti".
Berna raccomanda inoltre di vietare le lapidazioni, amputazioni e flagellazioni, "pene crudeli che non rispettano gli impegni internazionali dell'Iran".
Il diritto alla libertà di espressione e di associazione deve essere garantito, continua la dichiarazione elvetica. "La Svizzera deplora l'uso eccessivo della violenza da parte delle forze di sicurezza nei confronti delle persone che esercitano tale diritto. I responsabili di tali abusi devono essere citati davanti alla giustizia", afferma il testo.
La Svizzera raccomanda inoltre di "indagare sui casi di esecuzioni extragiudiziali e tortura e di garantire ai detenuti un processo equo conforme alle norme internazionali". Auspica anche che l'Iran abolisca tutte le leggi discriminatorie nei confronti di minoranze etniche e religiose.
Teheran deve infine ratificare e mettere in atto la Convenzione dell'Onu contro la tortura e la Convenzione relativa all'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne.
L'Iran, dal canto suo, si è presentato a Ginevra in veste di vittima, sottolineando che le allegazioni di non rispetto dei diritti umani sono solo "strumenti politici per far pressione sul paese".
swissinfo.ch e agenzie

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