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Berna protesta vigorosamente contro Tripoli

Non corre buon sangue fra Svizzera e Libia. Berna insorge contro l'atteggiamento di Tripoli, in seguito all'incriminazione a Ginevra di Hannibal Gheddafi, figlio del presidente Muammar.

Questo contenuto è stato pubblicato il 23 luglio 2008 minuti

La Confederazione ha inviato una delegazione diplomatica a Tripoli per discutere nei dettagli del fermo e del conseguente rilascio su cauzione di Hannibal Gheddafi e di sua moglie, ha comunicato mercoledì il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La delegazione elvetica arriverà nel tardo pomeriggio nella capitale libica. Parallelamente il DFAE ha indetto una conferenza stampa a Berna.

La Svizzera intende gettare acqua sul fuoco, per impedire che si inneschi una crisi fra i due paesi. Non intende però lasciar calpestare i suoi diritti e denuncia le "preoccupanti" ritorsioni libiche contro le società elvetiche.

La ministra degli affari esteri Micheline Calmy-Rey ha già protestato martedì nel corso di una telefonata con l'omologo libico Abderrahman Shalgan. D'altra parte gli ha espresso il desiderio della Confederazione di mantenere buone relazioni con Tripoli. I due ministri hanno quindi convenuto un intervento diplomatico per cercare di regolare la questione.

Dopo che Hannibal Gheddafi e sua moglie sono stati incriminati a Ginevra per lesioni semplici e coazione, la Libia ha adottato una serie di misure contro aziende e cittadini svizzeri. In particolare ha sospeso il rilascio di visti ai cittadini elvetici e ha ridotto i voli fra i due paesi.

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