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Accordo sulla sicurezza dei laghi italo-svizzeri

Rappresentanti del canton Ticino e delle autorità italiane hanno firmato giovedì a Varese due patti per la sicurezza del Lago Maggiore e del lago di Lugano. Permetteranno di migliorare la collaborazione tra le forze dell'ordine ticinesi e italiane nella lotta alla criminalità nelle zone di confine.

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 luglio 2010 minuti

"Il nostro Cantone potrà mettere in atto progetti e adottare iniziative specifiche che riguardano la gestione della sicurezza dei due bacini", afferma in un comunicato in Consiglio di stato ticinese. L'obiettivo è di rendere omogeneo il controllo del territorio attorno ai due laghi, che bagnano diverse province italiane: Varese, Novara e Verbano-Cusio-Ossola sul Maggiore, Varese e Como sul Ceresio.

L'accordo mira a migliorare la collaborazione per fronteggiare eventi naturali, come pure per lottare contro l'immigrazione clandestina, la criminalità, lo spaccio e il consumo di stupefacenti, la prostituzione e il commercio ambulante abusivo. Nelle aree ritenute più sensibili, sulla terraferma e in prossimità delle coste, saranno potenziati i sistemi di videosorveglianza.

Per il Ticino erano presenti alla firma il presidente del Consiglio di Stato Luigi Pedrazzini e il cancelliere Giampiero Gianella. Per l'Italia il ministro dell'interno, Roberto Maroni, che un anno fa aveva sottoscritto un patto analogo, per il Lago di Garda e, a sorpresa, anche il ministro delle riforme per il federalismo Umberto Bossi. "E' un modello che funziona, un passo importante in materia di sicurezza urbana", ha dichiarato Maroni.

"E' la prima volta", ha aggiunto il ministro italiano, facendo riferimento alla partecipazione del canton Ticino, "che viene fatto un patto territoriale con un'autorità di polizia di un paese extracomunitario, anche se la Svizzera è più comunitaria di certi paesi comunitari".

swissinfo.ch e agenzie

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