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Poco brillante il cinema svizzero visto a Soletta

Bruno Ganz, qui con Licia Maglietta in Pane e tulipani, ha ricevuto il Premio del Cinema svizzero per il miglior attore Keystone

La trentaseiesima edizione delle Giornate cinematografiche di Soletta si è conclusa domenica con un bilancio modesto: poche «prime» e una produzione generalmente mediocre. A completare il quadro poco attraente, il tema della morte, abbordato di frequente.

Questo contenuto è stato pubblicato il 28 gennaio 2001

Sono stati 30mila gli spettatori che, sull'arco di sei giorni, sono accorsi per vedere le ultime produzioni del cinema svizzero, ossia 122 pellicole fra lungometraggi e cortometraggi. A questi si sono aggiunti cortometraggi internazionali e una retrospettiva della casa cinematografica T&C, che ha permesso di rivedere alcuni film di Daniel Schmid.

La settimana è iniziata con la proiezione in prima mondiale di «Birthday», del lucernese Stefan Jäger, che narra l'incontro di quattro amici in occasione del trentesimo compleanno e dà luogo a ottimi numeri degli attori, impregnati d'improvvisazione e momenti d'ilarità inaspettati.

Hanno sedotto il pubblico i cortometraggi «Tout est bien» del ginevrino Vincent Pluss e «La vendeuse de saucisses» di Oliver Paulus e Stefan Hillebrand. Consensi ha pure raccolto il tenero «Das Engadiner Wunder» di Tania Stöcklin e Anka Schmid: in due film paralleli, un uomo e una donna morti raccontano l'ultimo giorno della loro vita, che è stato anche quello del loro incontro.

A parte qualche opera riuscita, la selezione dei cortometraggi ha spesso sollevato perplessità. Ad esempio «Supernova» di Bettina Oberli, una improbabile storia d'amore che ha vinto il premio Suissimage/SSA, non ha convinto nonostante le qualità formali.

Sul fronte dei documentari, «Big Mac Small World» di Peter Guyer ha rappresentato uno dei momenti forti della manifestazione. Presentando la vita quotidiana di sei dirigenti di ristoranti Mc Donald's in Cina, Stati Uniti, Brasile, Finlandia, Svizzera e Sudafrica, il realizzatore ha optato per una critica pacata della «Mcmondializzazione» ed ha rivelato le aspirazioni mancate dei protagonisti.

I Premi del cinema svizzero, assegnati mercoledì nell'ambito del festival di Soletta, hanno ricordato il buon livello della produzione presentata l'anno scorso. Hanno ricompensato i film «Azzurro» di Denis Rabaglia, «Summertime» di Anna Luif, «Do it» di Sabine Gisiger e Marcel Zwingli, nonché le eccellenti interpretazioni di Bruno Ganz e Sabine Timoteo.

Le proiezioni sono state completate da numerose tavole rotonde e incontri. I professionisti hanno discusso in particolare del sistema di aiuto selettivo della Confederazione, previsto dal progetto di nuova legge, e dell'apporto del cinema all'identità culturale.

swissinfo e agenzie

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