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Parmalat attacca l'UBS

Le indagini sul dissesto Parmalat coinvolgono anche UBS Keystone

Il commissario straordinario Parmalat Enrico Bondi ha avviato un'azione nei confronti della grande banca svizzera UBS per recuperare un ammontare pari a 290 milioni di euro.

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 agosto 2004 - 15:29

Parmalat si riserva inoltre di agire separatamente per la richiesta di risarcimento danni. In una nota, UBS respinge ogni addebito.

Stando a una nota del gruppo italiano travolto da un gigantesco scandalo alla fine del 2003, la citazione in giudizio è avvenuta presso il tribunale di Parma, e l'azione è stata avviata da Bondi in qualità di commissario di Parmalat Finance Corporation.

L'operazione nel mirino dell'azione revocatoria fallimentare verso UBS fa riferimento all'operazione effettuata nel luglio 2003 relativa all'emissione di due Bond per complessivi nominali 420 milioni di euro, nell'ambito della quale Parmalat ha acquistato da Ubs 290 milioni di obbligazioni del Banco Totta & Acores sa.

Si tratta delle Credit Link Notes che sono state sottoscritte da UBS quale strumento di protezione contro il rischio di insolvenza del gruppo di Collecchio. Oltre a quanto richiesto nella revocatoria (i 290 milioni utilizzati per il Banco Totta), Bondi chiede ad UBS anche gli interessi, riservandosi il diritto di richiesta integrale del risarcimento danni, che verrà avanzato con una richiesta separata.

UBS: transazione valida, ci opporremo con forza

«Riteniamo che la transazione in questione sia totalmente valida e pertanto faremo ogni sforzo per dimostrare la sua invalidità incontrerà una strenua opposizione e difesa da parte di UBS », ha fatto sapere la banca in una prima reazione.

«Parmalat - sottolinea una nota - si è presentata a UBS come una società finanziariamente solida e come opportunità di investimento di alto livello. Noi non abbiamo tratto assolutamente prova che alcun dipendente UBS abbia commesso azioni erronee, fraudolente o illegali nella relazione con Parmalat, ovvero che alcuno sia stato al corrente della reale situazione finanziaria di Parmalat».

Si tratta del secondo procedimento giudiziario lanciato dal gigante agroalimentare italiano contro una banca, dopo quello avviato contro Citigroup Inc. davanti a un tribunale del New Jersey (Usa), il mese scorso.

L'UBS al centro dell'attenzione

Da parte sua, l'UBS si era già trovata nel mirino degli inquirenti in febbraio, quando in relazione con lo scandalo Parmalat gli uffici di Milano della banca svizzera erano stati perquisiti. Nel corso dell'operazione, erano stati sequestrati documenti.

In relazione con l'inchiesta sul riciclaggio di danaro sporco nel contesto del dissesto Parmalat, la procura svizzera aveva proceduto a bloccare diversi conti bancari in Svizzera.

swissinfo e agenzie

In breve

Il gigante agroalimentare italiano, al centro di un dissesto miliardario lo scorso dicembre, ha avviato un'azione in giustizia per ottenere dall'UBS la restituzione di una somma di 290 milioni di euro.

Si tratta della seconda causa intentata da Parmalat nei confronti di una grande banca, dopo quella avviata contro l'americana Citigroup Inc.

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