Ottime note per la ricerca svizzera nelle biotecnologie
La ricerca svizzera nella biologia molecolare è la prima al mondo. L'ha ribadito il mondo accademico svizzero che intende promuovere il dialogo tra scienza e opinione publica.
Fino a qualche anno fa il panorama svizzero della biotecnologia veniva paragonato a un deserto. Oggi si constata invece una pronunciata tendenza alla crescita. Considerevole, in particolare, l'aumento del numero delle giovani imprese in questo campo: nel 1999 gli "start-up" (aiuti alla partenza)finanziati erano già 37, più del triplo rispetto al 1996.
Forti di questa realtà incoraggiante, il Fondo nazionale svizzero della ricerca scientifica, l'Istituto svizzero di ricerca sperimentale sul cancro, l'Istituto basilese d'immunologia e altri 6 istituti e associazioni di carattere scientifico, hanno voluto realizzare anche quest'anno, per la seconda volta, la "Giornata della ricerca genetica".
Lo scopo è quello di stabilire un dialogo tra mondo scientifico e publico, attraverso un calendario diversificato di manifestazioni nelle città di Berna, Basilea, Zurigo e Ginevra. Alla esposizione, che terminerà l'8 maggio, curata a Ginevra dalla locale Lega contro il cancro, ha fatto seguito il 28 aprile a Berna il "Villaggio del gene".
Qui il pubblico ha avuto soprattutto la possibilità, visitando laboratori, ospedali e terreni agricoli, di informarsi direttamente dai ricercatori sui fondamenti della tecnologia genetica e sui concreti progetti di ricerca nella medicina e nell'agricoltura. Chi volesse farsi un'idea più precisa della ricerca genetica sulle piante, sul cancro, sui prioni, sul cervello e in altri settori, potrà visitare nel mese di maggio numerosi istituti di ricerca a Basilea e a Zurigo.
Nel presentare il programma alla stampa, sono stati spiegati i passaggi che portano da un'idea di partenza alla fondazione di un'azienda dedicata alla ricerca scientifica, come pure l'enorme potenziale politico-economico che rappresenta l'innesco di questo meccanismo. È stato anche illustrato l'esempio dello sviluppo di un anticorpo umano che previene, nelle donne incinte con rhesus negativo, una reazione acuta del loro sistema immunitario contro il feto con rhesus positivo.
Ma la ricerca genetica non può essere considerata al di fuori del contesto internazionale. Un isolamento della Svizzera in questo campo è impensabile - ha detto l'ambasciatore Luzius Wasescha, incaricato di coordinare la strategia svizzera in questo campo con quella internazionale. "È invece dovere della Svizzera lottare contro le piccole guerre di trincea, inutili e miopi, tra paesi e tra istituzioni, e investire in una politica di cooperazione aperta e costruttiva".
Silvano De Pietro

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