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Organismi geneticamente modificati: divisa anche la Commissione federale d’etica

La Commissione federale d'etica per l'ingegneria genetica nel settore non umano (EKAH) ha aperto martedì le discussioni sulla questione degli organismi geneticamente mofidicati. Profonde digergenze emergono anche in seno al gruppo di esperti.

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 maggio 2000 - 19:12

Nel progetto di legge Gen-Lex, trasmesso al parlamento il primo marzo, il Consiglio federale mantiene l'idea di un regime di autorizzazioni ed esclude sia una moratoria che un divieto di diffusione degli organismi geneticamente modificati (OGM). Il messaggio precisa i criteri di autorizzazione e prevede un prolungamento del periodo di prescrizione della responsabilità civile dei produttori da 10 a 30 anni.

Come la popolazione svizzera, anche gli esperti dell’EKAH manifestano in materia opinioni alquanto contrastanti: alcuni si schierano con il principio proposto dal governo, altri preferiscono la moratoria e altri ancora optano per un divieto definitivo. Per gli oppositori della tregua bisogna decidere in fretta: Alex Mauron, professore di bioetica a Ginevra, sostiene che la moratoria corrisponde ad «una scelta di facilità» e di opportunismo politico. Mauron propone che l'autorità decida indipendentemente caso per caso.

Anche l'ex presidente del Politecnico federale di Zurigo, Jakob Nüesch, vuole chiarezza: «o decidiamo di autorizzare oppure di proibire». Se gli OGM sono considerati intrinsecamente negativi, la loro diffusione dev'essere vietata, sostiene Nüesch.

La posizione dei fautori della moratoria è stata espressa invece dalla consigliera nazionale Chiara Simoneschi (PPD/TI), secondo cui in mancanza di dati chiari concernenti la diffusione degli OGM è difficile paragonare vantaggi e inconvenienti. «Dobbiamo prenderci il tempo necessario per valutare i rischi, per continuare la ricerca e per proseguire il dialogo con la popolazione», ha dichiarato la parlamentare.

Per la signora Andrea Arz de Falco, presidente della Commissione, un'opzione praticabile potrebbe essere l'autorizzazione dello sviluppo nella ricerca. Tale opzione avrebbe un doppio vantaggio: una migliore percezione dei rischi e una distinzione chiara tra utilizzazione scientifica ed economica.

La biologa Florianne Koechlin si schiera pure per la moratoria, anche a livello scientifico: agricoltura e scienza devono rimanere rispettose della natura. Questa scelta andrebbe inoltre a tutto vantaggio della Svizzera, che conserverebbe l'immagine di paese senza OGM, e della sua democrazia.

Anche Denis Muller, professore d'etica a Losanna, difende la necessità di una maggiore riflessione, in opposizione alla «precipitazione politica». Il filosofo Beat Sitter si schiera per un divieto assoluto, secondo il principio che la libertà di ciascuno finisce dove comincia quella dell'altro. Si tratta, a suo avviso, di sapere chi sia realmente interessato agli OGM.

La EKAH è stata istituita il 27 aprile 1998 ed è composta di 12 persone: sette membri rappresentano le tematiche etiche, gli altri cinque ambiti diversi come la biologia, la medicina, la politica e il diritto. La commissione ha per scopo d’informare il pubblico e di consigliare le autorità nell'elaborazione della legislazione relativa alle biotecnologie.

swissinfo e agenzie

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