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Operazione poliziesca avallata da Mon Repos

Una procedura poco convenzionale sulla quale tuttavia i giudici di Mon Repos non hanno trovato nulla da ridire imagepoint

Il trasferimento di un presunto truffatore da Santo Domingo in Svizzera da parte di tre poliziotti zurighesi, non viola il diritto internazionale.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 luglio 2007 minuti

Su queste basi il Tribunale federale - la più alta istanza giudiziaria elvetica - ha respinto il ricorso del presunto sospetto e contestato una perizia fornita da un professore di diritto.

Prendere in consegna un ricercato a Santo Domingo, senza procedura d'estradizione, e portarlo a Zurigo per notificargli solo all'arrivo l'arresto è magari un modo d'agire poco convenzionale per la polizia, ma non illegale: lo sostiene il Tribunale federale (TF), che ha respinto la richiesta di scarcerazione di un presunto truffatore milionario che si riteneva vittima di un rapimento.

L'uomo, un cittadino tedesco, è sospettato di aver raggirato numerosi investitori provocando loro un danno di almeno 18,5 milioni di euro. Il ministero pubblico zurighese aveva aperto un'inchiesta nei suoi confronti già nel 2002 e nel frattempo diversi complici sono già stati condannati a lunghe pene detentive.

Sulle tracce del ricercato

Il principale indagato era pure stato arrestato, ma era riuscito a fuggire. Colpito da mandato di cattura internazionale, il 9 agosto 2007 era stato arrestato nella Repubblica Domenicana su segnalazione dell'Ufficio federale di polizia (UFP).

Berna aveva promesso che sarebbe stata presentata una domanda di estradizione, ma il 15 agosto i funzionari dell'UFP erano stati informati dall'Interpol di Santo Domingo che il sospetto poteva essere presto rilasciato. Tre agenti della cantonale zurighese si erano quindi recati nei Caraibi, ricevendo in consegna il ricercato all'aeroporto senza altre formalità.

I poliziotti svizzeri avevano informato il tedesco della loro identità e del loro compito: senza presentargli un mandato d'arresto, gli avevano comunicato che si trovava sotto controllo della polizia elvetica.

L'interessato non aveva fatto resistenza. I quattro avevano poi preso l'aereo verso la Svizzera, passando da Madrid. Una volta giunti a Zurigo, era scattato l'arresto ufficiale.

Nulla da ridire sulla procedura

Nel maggio di quest'anno il presunto truffatore ha presentato domanda di rilascio immediato, sostenendo di essere stato rapito in spregio al diritto internazionale pubblico. A sostegno della sua tesi ha addotto una perizia di Wolfgang Wohler, professore di diritto penale all'Università di Zurigo, che esprime dubbi sulla legalità della procedura.

I giudici di Mon Repos non hanno invece trovato nulla da ridire: secondo i magistrati, determinante in questo caso è il fatto che sia stata rispettata la sovranità della Repubblica Domenicana.

La polizia elvetica ha agito sempre di concerto con le forze dell'ordine locali, senza ingannarle. Inoltre, per prelevare il sospetto non si è ricorso a minacce, coercizioni o astuzie. (Sentenza 1B_87/2007 del 22 giugno 2007)

swissinfo e agenzie

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