Oltre un miliardo di disoccupati
Per Juan Somavia, direttore generale dell'OIL, si tratta un fallimento della globalizzazione, che non ha saputo creare posti a sufficienza.
Il maggiore fallimento della globalizzazione è il non aver creato posti di lavoro a sufficienza, di modo che oggi, nel mondo, ci sono più di un miliardo di persone senza impiego o sottoccupate. Lo ha affermato lunedì a Ginevra Juan Somavia, direttore dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), nel corso 90esima Conferenza internazionale del lavoro.
La riunione, che si concluderà il 20 giugno, è presieduta dallo svizzero Jean-Jacques Elmiger, direttore degli affari internazionali presso il Segretariato di Stato dell'economia (seco). Vi partecipano 3000 delegati di 175 Paesi. Fra i temi più scottanti in programma figura la situazione nei Territori palestinesi.
Occorrono 500 milioni di impieghi in 10 anni
Conseguenza diretta della dilagante disoccupazione: l'emigrazione di oltre 120 milioni di lavoratori e delle loro famiglie per cercare lavoro, ha dichiarato Somavia .
«Abbiamo bisogno di creare 500 milioni di nuovi impieghi nel prossimi dieci anni, quasi esclusivamente nei paesi in via di sviluppo, per integrare i nuovi arrivati sul mercato del lavoro», ha detto Somavia, lanciando un appello a favore di un'operazione congiunta tra settore pubblico e settore privato.
Vantaggi per soli 15 paesi in via di sviluppo
Somavia ha sottolineato che il commercio internazionale e gli investimenti esteri vanno a vantaggio soltanto di 15 paesi in via di sviluppo. Per il resto i risultati sono molto magri.
Il direttore generale dell'OIL ha anche invitato israeliani e palestinesi a intavolare un dialogo sociale e si è impegnato a creare un importante programma di cooperazione per i lavoratori palestinesi. «Una pace duratura può essere stabilita soltanto se è fondata sulla giustizia sociale», ha rilevato.
Una missione d'inchiesta dell'Organizzazione internazionale del lavoro ha accertato sul posto il crollo socio-economico dei territori palestinesi, con un tasso di disoccupazione del 43 per cento e con il 62 per cento dei palestinesi che vivono al di sotto della soglia di povertà. Nel contempo l'economia israeliana si trova ad affrontare una recessione.
swissinfo e agenzie

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