Nuovo impulso ai legami scientifici con Israele
Mercoledì, il ministro degli interni Pascal Couchepin parte per Israele; l'obiettivo è di rafforzare la collaborazione scientifica con lo Stato ebraico.
Alcuni temono però che le discussioni con gli israeliani possano minare la posizione della Svizzera in Medio Oriente.
L'obiettivo di Pascal Couchepin è di siglare una dichiarazione di principio per dare un nuovo impulso alla collaborazione tra Svizzera ed Israele nei campi tecnologico e della ricerca, campi nei quali la cooperazione tra i due paesi è oggi insufficiente.
«Non si tratta di un accordo vero e proprio, ma di una sorta di piano per una futura collaborazione», afferma Claudio Fischer, responsabile dell'unità Cooperazione bilaterale nella ricerca del Dipartimento degli interni.
La politica – un tema sempre delicato con Israele – non sarà all'ordine del giorno, sostiene ancora Fischer.
«Ci siamo concentrati sulla collaborazione nella ricerca e ci siamo resi conto che una simile cooperazione può avere effetti benefici per gli scienziati di entrambi i paesi», dice Fischer a swissinfo.
Una visita inopportuna?
Non tutti però sono d'accordo sull'opportunità di siglare un intesa di principio con Israele.
«Mi sembra sia fuori luogo», afferma Daniel Vischer, presidente dell'Associazione Svizzera-Palestina. «Israele rimane una potenza occupante nei Territori palestinesi, malgrado tutte le risoluzioni delle Nazioni Unite».
Vischer, che è pure deputato dei Verdi in Parlamento, stima che qualunque accordo con Israele danneggerà la posizione di mediatore della Svizzera in Medio Oriente.
«La Svizzera deve trattare le due parti nello stesso modo», sostiene. «Cercando di cooperare con gli israeliani, Couchepin e il ministro della difesa Samuel Schmid stanno minando la politica estera della Svizzera».
Recentemente, il ministro della difesa aveva annunciato di voler acquistare dei sistemi di comunicazione da Israele, ciò che aveva suscitato alcune critiche in Parlamento.
Boicottaggio controproducente
In Svizzera, come del resto in altri paesi, sono stati lanciati degli appelli per boicottare i prodotti israeliani. Finora però nessuno ha pensato di applicare una simile ritorsione nei settori della ricerca o dell'educazione.
Azioni come quella intrapresa di recente dagli universitari britannici, che avevano boicottato gli atenei israeliani, sono giudicate controproducenti dalle autorità svizzere. Il ministero degli esteri elvetico sottolinea che la maggioranza degli scienziati israeliani è critica nei confronti della politica di Tel Aviv nei territori occupati.
I rapporti tra Svizzera ed Israele non sono sempre stati buoni negli ultimi anni. Il sostegno che Berna ha dato all'iniziativa di Ginevra e gli appelli a rispettare le Convenzioni di Ginevra hanno provocato delle tensioni con il Governo dello Stato ebraico.
Malgrado questi attriti, Couchepin è il terzo consigliere federale a recarsi in Israele quest'anno, dopo Schmid e la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey.
Una collaborazione ancora timida
«Questo viaggio servirà a decidere in quali campi vogliamo concentrare i nostri sforzi. Vi sono settori come la biotecnologia, la medicina, le scienze della vita e la tecnologia dell'informazione che sono molto interessanti», afferma Claudio Fischer. Settori nei quali gli scienziati israeliani sono considerati tra i migliori al mondo.
Finora la cooperazione bilaterale è stata timida: il Politecnico federale di Zurigo è uno dei rari atenei elvetici a collaborare regolarmente con i ricercatori o le università dello Stato ebraico.
Negli ambienti scientifici svizzeri si spera comunque che questo primo passo, insieme ad aiuti finanziari destinati a sviluppare progetti comuni e facilitare gli scambi fra ricercatori, sia uno stimolo ad una maggiore collaborazione.
swissinfo e agenzie
Fatti e cifre
La Svizzera ha riconosciuto lo Stato di Israele nel 1949.
Lo scorso anno, la Svizzera ha importato da Israele merci e servizi per un valore di 413,7 milioni di franchi.
Le esportazioni hanno raggiunto i 659,7 milioni.
Tra l'Associazione europea di libero scambio, di cui fa parte la Svizzera, ed Israele vige un accordo di libero scambio dal 1993.

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