Antwerpener Meister: Das Jüngste Gericht, die sieben Werke der Barmherzigkeit und die sieben Todsünden, 1490–1500, Olio su tela.
(Maagdenhuismuseum, OCMW Antwerpen)
Markus Muntean/Adi Rosenblum: Senza titolo (Everything was as it had...), 2001, Acrilico su tela.
(Collezione Dr. Fuchs, Vienna)
Fernand Cormon: Jalousie au sérail, 1874, Olio su tela.
(Musée des Beaux-Arts et d’Archéologie, Besançon)
Daniela Rossell: Senza titolo (Itati next to her pool), parte della serie „Third World Blondes“, 2001 C-Print
(Galleria Alberto Peola, Torino)
Martin Parr: Luxury USA, Los Angeles, 2008
(Galleria Nicola von Senger, Zuurigo) Martin parr
Thomas Couture: La soif de l’or, 1844 Öl auf Leinwand
(Musée des Augustins, Toulouse)
Yinka Shonibare: Gallantry and Criminal Conversation, „Woman with Leg up“, 2002, Installazione
(Collezione di Daniella Luxembourg, Ginevra)
L’interpretazione dei sette peccati capitali dal medioevo ai giorni nostri.
Questo contenuto è stato pubblicato il 29 novembre 2010 minuti
Il Kunstmuseum di Berna e il Centro Paul Klee presentano una singolare mostra sull'evoluzione della rappresentazione dei vizi e delle virtù. Concepita attorno al tema dei 7 vizi capitali l'esposizione propone un ampio numero di opere, tipiche dell'arte antica e contemporanea: codici manoscritti, dipinti, grafica, disegni, sculture, fotografie, video, installazioni e proiezioni.
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