Moretti: riciclaggio confermato?
L'inchiesta sul riciclaggio di denaro della mafia siciliana e calabrese in Ticino assume, forse, contorni definitivi. L'avvocato Francesco Moretti avrebbe confessato la sua attività.
Gli sviluppi dell'inchiesta sono stati pubblicati su un sito internet italiano per giuristi. Secondo l'indiscrezione, il verbale dell'interrogatorio confermerebbe i sospetti degli inquirenti rispetto all'attività illecita praticata dall'avvocato di origini italiane Francesco Moretti.
Residente in Svizzera da molti anni, con uno studio legale a Lugano, Moretti è in detenzione preventiva dall'estate del 2000. Durante una perquisizione erano stati rinvenuti nei suoi uffici quasi dodici milioni di franchi in banconote di grosso taglio.
In un primo tempo l'avvocato aveva affermato trattarsi di contanti appartenenti ad industriali italiani in fuga dal fisco. Il reato, commesso in questo caso in Italia, non è perseguibile dopo il trasferimento dei fondi in Svizzera, visto che il codice penale elvetico non prevede disposizioni contro l'evasione all'estero. Ma il nome del legale è risultato più volte in margine all'inchiesta Cuomo-Verda.
Precedenti e successi degli inquirenti
L'avvocato Moretti, ricorda il quotidiano zurighese Tages-Anzeiger nella sue edizione di mercoledì, è già stato condannato nel 1981 una prima volta per aver estorto informazioni riservate ad un funzionario di polizia ticinese. La condanna comprendeva inoltre una sospensione di due anni della sua licenza professionale.
Nell'inchiesta attuale sembrano invece confermarsi i collegamenti fra la mafia siciliana e la 'ndrangheta calabrese con analoghe organizzazioni criminali sudamericane per il traffico della droga, soprattutto di cocaina. Lo studio ticinese avrebbe avuto un ruolo importante di intermediario finanziario e per il riciclaggio del danaro.
Due terzi dei 60 milioni di franchi, rinvenuti nella contabilità di Moretti, sarebbero andati a favore dei clan calabresi dei Sergi e dei Papalia. Il contatto con i boss sarebbe stato diretto e amichevole. Moretti è anche padrino di una figlia del boss mafioso Francesco Sergi, attualmente in carcere per traffico di stupefacenti.
Fra i partner economici ci sarebbe anche Alfonso Caruana, a sua volta trafficante di stupefacenti, arrestato in Canada e condannato a 18 anni di detenzione per aver commerciato cocaina fra il sud e il nord del continente americano.
Oltre ad aver assecondato l'attività finanziaria delle organizzazioni mafiose, l'avvocato luganese avrebbe personalmente consegnato delle valigette piene di banconote in Venezuela.
Contatti locali
Sempre secondo il Tages-Anzeiger, Francesco Moretti avrebbe continuato a curare ottimi contatti con tutta una serie di giuristi e fiduciari ticinesi, malgrado i suoi precedenti e il divieto d'attività professionale. Fra questi c'è anche il giudice d'appello Bruno Cocchi, che ha offerto ripetutamente delle consulenze giuridiche a Moretti.
Per le sue prestazioni, il giudice ha ricevuto diversi regali dall'avvocato e per questo è stato anche punito dagli organi di controllo della giustizia cantonale. Cocchi è stato richiamato all'ordine con una multa di 3'000 franchi e un appello morale a non mettere in gioco la credibilità della giustizia cantonale.
Non è invece chiaro se Moretti sia riuscito a corrompere o imbrogliare dei funzionari pubblici per ottenere permessi di soggiorno facili per altre persone. Ma è appurato che l'avvocato dispone di ampie conoscenze negli ambienti economici e fiduciari ticinesi. L'indagine dovrebbe concludersi in poche settimane.
swissinfo

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