Moda all'ultimo grido
Talenti giovani, svizzeri e per lo più al femminile. Questo fine settimana sbarca al Cinematte di Berna "der letzte schrei".
Il primo happening modaiolo della capitale federale.
der letzte schrei si svolge al Cinematte di Berna il 7, 8 e 9 febbraio. Venerdi 7, Mode Performance alle 21 e alle 23. Sabato aperto dalle 11 alle 22 e domenica dalle 10 alle 18: entrambi i giorni, a sera tarda danze con dj. Informazioni: tel. 031 312 45 46.
Le creazioni di nove firme emergenti saranno in mostra, in vendita e a portata di mano nel cineclub incardinato nel quartiere Matte, ex borgo di pescatori che si affaccia sull'Aare.
E proprio sul fiume guardano le grandi vetrate del Cinematte, che di solito è cinema, ristorante e ritrovo per aperitivi.
Per tre giorni si riempirà di vestiti e accessori di fattura artigianale, che cercheranno di convincere il pubblico che: "la moda viene presentata come una roba da passerelle, ma è fatta per la vita di tutti i giorni".
E per dimostrarlo, "der letzte schrei" farà appello a tutti i sensi: "ci saranno abiti da toccare e indossare, ma anche cibi, musiche e film."
Ambientazione metropolitana
L'ambientazione è metropolitana: un dj che suona, un bicchiere di prosecco accompagnato da stuzzichini. Ma ci sarà anche il gusto di giocare alle signore ricche di un'altra epoca, che andavano in visita nella casa di moda per provare i vestiti a stretto contatto con chi l'aveva disegnati.
Un'occasione preziosa per scoprire i nuovi talenti del fashion design nazionale: stiliste che hanno studiato negli istituti di arte e moda delle capitali svizzere e che spesso stanno ancora completando la loro formazione con viaggi, stage, laboratori di apprendistato.
Giovani premiate
Quasi tutte hanno già vinto premi e borse di studio. Come Maria Pia Amabile, che quest'anno sarà sei mesi a New York grazie al canton Berna.
A "der letzte schrei" presenta una collezione di abiti da donna: "che si ispira agli anni Venti e Sessanta". Ed insieme a Maya Abplanalp porta in mostra 37 gradi, una linea di eleganti accessori intessuti con semi di ciliegia: dieci minuti in forno elettrico oppure tre di microonde, per tenere il collo o i reni al caldo.
Un'idea che l'anno scorso è stata premiata dal Concorso federale per il design. Ma a parte i premi, per le stiliste emergenti il passaggio al mercato non é facile e tante sono costrette ad affiancare alla moda altri lavori.
Propongono le loro collezioni in selezionate boutiques, negli atelier e sempre più spesso in eventi tagliati su misura per farsi conoscere. Come Quer e Blickfang a Zurigo, o Gwand a Lucerna.
Moda, musica, manicaretti
"der letzte schrei" si propone come avanguardia gaudente: moda sì, ma a suon di musica e di cibi buoni. Per provare e magari comprare pezzi particolari, e ce ne sarà per tutti i gusti.
Ci sono i capi urbani e futuristici di Fort&Nah, da Zurigo: impermeabili e completi caldi e resistenti, ma leggeri da toccare e da indossare.
Ci sono le creature eccentriche di Boycotlettes, che arrivano da Basilea con uno slogan: "because beauty is fragile" (perché la bellezza è fragile). Usano solo tessuti di seconda mano e portano eventi e performances in giro per l'Europa.
C'è chi confessa di giocare alla citazione: come ITEM da Berna, con le simmetrie rubate agli anni quaranta. Le promesse svizzere si avventurano in giochi di linee tutti da scoprire e vedi alla voce Sandra Lemp, che vende vestiti incompleti: l'ultimo orlo lo fai come ti piace. Una collezione che si chiama "rock'n'roll" e che promette di: "lasciare a chi la sceglie la libertà di giocare".
Da venerdì a domenica
Le danze si aprono venerdì sera: alle 21 ed alle 23 Mode Show, una sfilata con effetti multimediali. Sabato e domenica per tutta la giornata porte aperte a curiosi e compratrici: sabato si mangiano tapas e alle 21 c'è la proiezione di un film cult, "Barbarella" di Roger Vadim.
Domenica alle 11 comincia il brunch, un po' colazione e un po' pranzo e alle 14 in sala cinema c'é "A bout de souffle", di Jean-Luc Godard. Entrambi i giorni, alla sera Cinematte si trasforma in sala da ballo.
swissinfo, Serena Tinari

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