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Migliorare lo sviluppo urbano degli agglomerati

Nelle agglomerazioni, grandi parcheggi e abitazioni coesistono fianco a fianco. Keystone

La pianificazione dello sviluppo delle aree urbane dovrebbe essere affidata a una nuova struttura, il “Consiglio di agglomerato”.

Questo contenuto è stato pubblicato il 25 gennaio 2005

Con questa proposta, la Conferenza tripartita degli agglomerati spera di migliorare la collaborazione tra i vari comuni.

Le agglomerazioni sono confrontate a problemi che spesso non possono risolvere con i loro mezzi. Da dove la necessità di rafforzare la collaborazione reciproca.

La soluzione presentata martedì dalla Conferenza tripartita degli agglomerati (Cta), una piattaforma che riunisce Confederazione, cantoni e comuni, prevede la costituzione di “Consigli di agglomerati”.

“Queste strutture permetterebbero l’adozione di misure coordinate e vincolanti per i comuni appartenenti alla stessa area”, indica il comunicato della Cta.

Migliorare la collaborazione

In Svizzera, circa il 75% della popolazione vive nelle aree urbane, le quali sono fonte di impulsi sociali ed economici.

“Le città e i comuni degli agglomerati si confrontano però sempre più spesso con problemi complessi e sfide che non possono risolvere da soli”, spiega Werner Luginbühl, presidente della Cta e consigliere di Stato bernese.

La collaborazione fra Confederazione, cantoni e comuni è tuttavia attualmente ancora sporadica o avviene su base facoltativa in alcuni settori come i trasporti, la pianificazione del territorio e la cultura.

Per ovviare a questa lacuna, la Cta ha così sviluppato, assieme ai comuni della regione di Berna, un modello di cooperazione la cui chiave di volta è il Consiglio di agglomerato.

I responsabili dei comuni che lo comporranno adotteranno decisioni strategiche, la cui attuazione sarà vincolante per tutto l'agglomerato. I cittadini potranno contestare le direttive tramite iniziative o referendum.

Coordinare le decisioni politiche

“I compiti e il finanziamento di questa struttura rimarranno di competenza di comuni, cantoni o Confederazione”, precisa Luginbühl.

In base a questo modello, l'agglomerato non riscuoterebbe imposte proprie e non costituirebbe dunque un quarto livello istituzionale.

I cantoni dovranno però impegnarsi a creare un quadro legislativo per garantire ai Consigli di agglomerato il necessario margine di manovra.

“L'importante - aggiunge il presidente della Cta - è che le decisioni in materia di politica degli agglomerati siano coordinate”. È necessario quindi che le competenze di ognuno siano ben definite.

“Questo modello creerà pure una maggiore efficienza a tutti i livelli e le istituzioni politiche, pressate dal bisogno di risparmiare, non potranno fare a meno di adottarlo”, osserva Luginbühl.

Berna non dimentica gli agglomerati

Per l'Associazione dei comuni svizzeri, la proposta della Cta è valida, sebbene “non potrà certo essere applicata dall'oggi al domani”, afferma il suo presidente Ulrich Isch.

Secondo Isch, ogni agglomerato deve trovare la forma di cooperazione che meglio gli si addice, oltre a dover chiarire la questione dei costi e delle conseguenze per i comuni interessati.

Quanto all'impegno della Confederazione, la cancelliera Annemarie Huber-Hotz ricorda che il nuovo articolo 50 della Costituzione obbliga Berna a tener conto della particolare situazione degli agglomerati urbani.

“La questione dei trasporti costituisce uno dei problemi centrali delle agglomerazioni svizzere e il Consiglio federale prevede di mettere in consultazione un nuovo progetto in primavera”, indica Huber-Hotz.

swissinfo e agenzie

In breve

La Commissione tripartita degli agglomerati (Cta) è stata creata nel febbraio 2001 dal governo federale, dalla Conferenza dei governi cantonali e dalle associazioni comunali.

Con la Cta, Confederazione, cantoni e comuni si sono dotati, per la prima volta, di una piattaforma che permette di elaborare raccomandazioni e proporre soluzioni politiche per le aree urbane.

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