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Mercato dell'elettricità: la liberalizzazione non va abbinata alla tassa energetica

La consigliera agli stati Erika Forster-Vannini, presidente della CAPTE, e il segretario della commissione, Pierre Jeanneret, durante la conferenza stampa di venerdì Keystone

La liberalizzazione del mercato dell'elettricità non dovrebbe dipendere dalla tassa sull'energia. Una debole maggioranza della Commissione del Consiglio degli Stati desidera spezzare questo legame, introdotto dal Consiglio nazionale.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 maggio 2000

Con 7 voti contro 6, la Commissione dell'ambiente, della pianificazione del territorio e dell'energia (CAPTE) ha deciso di non far dipendere l'entrata in vigore della legge sull'apertura del mercato dell'elettricità da quella della tassa sulle energie non rinnovabili. Quest'opzione era stata accolta dal Nazionale, con 93 voti contro 88.

Fissata a 0,3 centesimi al kWh, questa tassa dovrà ancora essere sottoposta al popolo il 24 settembre. Del gettito della tassa, 200 milioni di franchi all'anno andrebbero a favore delle centrali idroelettriche indebitate, che potrebbero registrare difficoltà a causa della liberalizzazione del mercato dell'elettricità e del conseguente calo dei prezzi della corrente.

Voler far dipendere la legge sulla liberalizzazione del mercato dell'elettricità dalla tassa energetica, quando la votazione popolare sulla stessa non si è ancora svolta, è una strategia infelice, ha spiegato alla stampa la presidente della commissione Erika Forster (PLR/SG). Tuttavia, la CAPTE non ha voluto rinviare dopo il 24 settembre il dibattito agli Stati, previsto in giugno.

Il plenum deciderà comunque sul rinvio, occupandosi di una mozione d'ordine in questo senso di Simon Epiney (PPD/VS). Dal canto suo, una minoranza della commissione vorrebbe «addolcire la pillola» della liberalizzazione, chiedendo nella legge che la Confederazione conceda prestiti alle centrali.

La CAPTE propone inoltre, nuovamente con una maggioranza risicata di 7 contro 6, un'apertura più rapida del mercato ai piccoli e medi consumatori. I primi tre anni, le aziende distributrici potrebbero acquistare una quantità equivalente al 20 percento dell'elettricità fornita ai piccoli consumatori. Successivamente, questo limite verrebbe portato al 40 percento, prima della liberalizzazione completa, in linea di principio nel 2008. Il Consiglio nazionale si era pronunciato, rispettivamente, per limiti del 10 percento e del 20 percento.

La CAPTE auspica pure l'introduzione nella legge di un meccanismo di protezione, per evitare che il mercato svizzero cada in mani straniere. La legge sulla liberalizzazione del mercato dell'elettricità è infine stata approvata con 7 voti e 5 astenuti.

swissinfo e agenzie

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