Medio Oriente: gli stranieri lasciano il Libano
Con l'acuirsi della crisi, diversi paesi rimpatriano i loro cittadini. Il Dipartimento federale degli affari esteri ha annunciato che venerdì una cinquantina di svizzeri sono partiti da Beirut.
Numerose le vittime dei bombardamenti israeliani che tra venerdì e sabato hanno colpito la Striscia di Gaza e il sud del Libano.
L'aviazione israeliana ha condotto sabato una serie di raid nel nord e nell'est del Libano per tagliare i canali di rifornimento di Hezbollah e le vie di collegamento tra il Libano e il suo unico sbocco terrestre, la Siria. La marina israeliana ha colpito i porti di Beirut e Tripoli.
Al sud, un gruppo di libanesi in fuga dal loro villaggio è finito sotto il fuoco israeliano. Stando alla Forza interinale delle Nazioni unite (FINUL) e a fonti ospedaliere, 18 civili, tra i quali 9 bambini sono bruciati vivi. A Beirut è stato raso al suolo il quartier generale di Hezbollah. In quattro giorni di conflitto avrebbero perso la vita un centinaio di persone.
Dal canto loro i guerriglieri di Hezbollah hanno lanciato decine di missili contro le città israeliane di Nahariya e Tiberiade. Colpita anche una delle più moderne navi della marina israeliana. Quattro i militari dispersi.
La comunità internazionale ha lanciato un nuovo appello a tutte le parti implicate nel conflitto mediorientale affinché mettano fine alle ostilità.
Intanto, diversi paesi – Svizzera compresa – stanno cercando di aiutare i loro cittadini a lasciare il Libano. L'intensificarsi dei bombardamenti sulle vie di fuga terrestri verso la Siria non facilita il compito.
Una cinquantina di svizzeri sono arrivati sabato mattina alle 5 a Damasco, in Siria, provenienti dal Libano. Lo ha annunciato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). La Svizzera organizza il trasferimento in autobus ed è stata aumentata la capacità dei voli aerei dalla capitale siriana. Lo ha detto il portavoce del DFAE Jean-Philippe Jeannerat.
Gli svizzeri sono giunti a Damasco insieme ad un gruppo di tedeschi, dopo un viaggio difficile. E' stata evitata la strada internazionale Beirut - Damasco a causa dei bombardamenti. Alloggiati in alberghi, saranno rimpatriati in Svizzera o portati verso altre destinazioni, secondo i loro desideri.
Ambasciata in prima linea
«Gli Svizzeri che desiderano lasciare il Libano possono annunciarsi all'ambasciata», ha sottolineato Jean-Philippe Jeannerat. «Sono state prese delle misure al fine di facilitare la loro partenza».
In effetti, è ormai praticamente impossibile lasciare autonomamente il paese dei cedri. In un'intervista rilasciata al quotidiano Le Matin, Jeannerat ha affermato che «probabilmente in questo momento ci sono diverse centinaia di turisti svizzeri in Libano». Non ci sono stime precise, perché si tratta di persone che hanno organizzato da sole il loro viaggio, senza rivolgersi a delle agenzie.
All'ambasciata svizzera di Beirut lavorano quattro persone. Poiché le linee telefoniche funzionano a singhiozzo, Berna chiede a chi ha dei parenti nella zona di rivolgersi al DFAE e non all'ambasciata. Ai turisti, le autorità consigliano di non recarsi in determinate zone, come a sud di Sidone, di restare calmi malgrado le circostanze, di seguire le indicazioni delle autorità locali, di non lasciare il paese senza avvertire l'ambasciata e di rassicurare i parenti rimasti in Svizzera.
Collaborazione europea
Berna, che non usa ancora il termine «sfollamento», continuerà ad aiutare chi lo desidera a lasciare il Libano. «Per ragioni di sicurezza», il DFAE non fornisce dettagli sul piano d'azione. «La Svizzera collabora in loco con altri paesi europei», si è limitato a dire il portavoce.
Dal canto suo, il Ministero italiano degli esteri – in costante contatto con gli organi dell'Unione europea – ha annunciato sabato di aver organizzato l'evacuazione dal Libano di 410 stranieri, tra i quali molti italiani. Un primo gruppo è partito sabato mattina da Beirut a destinazione della Siria.
Tra le persone presenti sui 15 autobus che sabato pomeriggio erano ancora in viaggio non dovrebbero esserci – stando alle informazioni del DFAE – degli svizzeri.
Il primo ministro francese, Dominique de Villepin, ha annunciato che la Francia ha dispiegato «mezzi marittimi e aerei, civili e militari» per evacuare i suoi cittadini. Nella regione vivono 20'000 francesi. La Francia potrebbe evacuare anche i 1200-1900 belgi presenti in Libano.
Hanno già fatto rientrare delle persone la Turchia, la Grecia e la Spagna. Gli Stati uniti (25'000 cittadini in Libano) e la Russia si stanno preparando a fare lo stesso.
swissinfo e agenzie
Fatti e cifre
In Libano vivono 838 cittadini svizzeri.
713 hanno la doppia cittadinanza libanese e svizzera.
In Libano dovrebbero inoltre trovarsi alcune centinaia di turistici elvetici.
54 svizzeri sono stati evacuati venerdì e hanno raggiunto Damasco sabato mattina.
Dopo quattro giorni di conflitto, le persone che hanno attraversato il confine tra il Libano e la Siria sono quasi 90'000 (fonte ministeriale siriana); più di 18'000 gli stranieri.
Chi è senza notizia dei propri parenti svizzeri in Libano può rivolgersi al servizio di protezione consolare: +41 31 324 98 08.
In breve
Giovedì, come già aveva fatto l'Unione europea, la Svizzera ha condannato gli attacchi militari israeliani in Libano.
Pur considerando «da condannare» le aggressioni degli Hezbollah, Berna denuncia il carattere «non proporzionato» della reazione israeliana, che colpisce «uno Stato vicino non ostile».
La Svizzera invita le parti in conflitto a interrompere questa escalation distruttrice che minaccia di trasformarsi in una guerra regionale.
Berna chiede inoltre il rispetto del diritto umanitario internazionale.

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