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Marina Masoni: un Ticino autentico

Presidente del Consiglio di Stato e direttrice del Dipartimento delle finanze e dell'economia, Marina Masoni è stata, nel 1995, la prima donna ad entrare nel governo ticinese nel 1995. Una carriera folgorante per questa giovane rappresentante del Partito liberale radicale, che nel 1999 è diventata la prima esponente di un governo cantonale a permettersi le gioie della maternità in piena attività politica.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 marzo 2001 minuti

Quale immagine vorremmo dare del nostro cantone ai confederati? La domanda è posta ai ticinesi in occasione di un evento straordinario: la sessione delle Camere federali a Lugano. Per tre settimane il Ticino si trova sotto i riflettori della cronaca. Oltralpe lo è stato in diverse occasioni negli ultimi tempi: più nel male che nel bene, perché - lo sappiamo - le leggi non scritte dell'informazione portano a privilegiare ciò che fa clamore in senso negativo. Ne è uscita un'immagine inevitabilmente distorta per chi osserva il Ticino dall'esterno.

Ora, invece, al nostro cantone è data un'occasione unica. I deputati alle Camere possono, in questi giorni, vedere con i loro occhi cosa è il Ticino oggi, misurare magari come è diverso dai cliché ai quali sono abituati ad associare il nostro cantone, vivere quotidianamente la realtà della Svizzera di lingua e di cultura italiane, farsi un'idea viva della nostra economia che opera a contatto diretto con la Lombardia, una fra le regioni europee più forti, dinamiche e competitive. Al seguito dei politici vi sono molti giornalisti confederati, per lo più abituati a ricevere dal Ticino notizie mediate da altri colleghi.

Il Ticino che accoglie la Berna federale vuole essere il Ticino autentico, con i suoi pregi e i suoi difetti, i suoi punti di forza e le sue debolezze. Il Ticino che lavora, che ha saputo superare una delle più pesanti crisi economiche attuando cambiamenti importanti in tutti i settori e che, grazie a questo, ha riattivato i motori della crescita. Il Ticino che, su queste rinnovate basi, è diventato Cantone universitario e si prepara ad affrontare la scommessa degli accordi bilaterali.

È un Ticino che rivendica meno e propone di più, auspicando unicamente una maggiore autonomia e più ampi margini di manovra nel contesto di un federalismo da rinvigorire.

È questa l'immagine del Ticino che dovrebbe emergere in questa storica occasione. Il cantone non si metterà il vestito della festa: continuerà a lavorare per presentarsi nella sua autenticità.

Marina Masoni

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