Marco Camenisch fra prigione e fuga
Latitante da anni, dopo una criticata condanna del 1979 per terrorismo da parte di un tribunale svizzero, Marco Camenisch viene catturato in Toscana nel 1991.
Prigione e fuga caratterizzano la sua vita da oltre vent'anni.
Marco Camenish 51 anni - nome di battaglia Martino - ha trascorso 11 anni nelle prigioni italiane. Era infatti stato catturato nel 1991 a Cinquale, in provincia di Massa Carrara - storicamente una delle roccaforti dell'anarchismo italiano - a seguito di una decina di attentati ai tralicci dell'Enel avvenuti fra il 1989 e il 1991 proprio sulla costa toscana.
La cattura era stata molto movimentata, con una sparatoria che era costata a Camenish una condanna a 12 anni per tentato omicidio dei carabinieri coinvolti nell'operazione.
Il 18 aprile scorso, Camenish ha terminato la sua detenzione italiana ed è stato estradato in Svizzera, dove deve scontare altre pesanti condanne. Era infatti evaso, nel 1981, dal carcere di Regensdorf, dove stava scontando una condanna a dieci anni per un attentato con la dinamite contro una centrale elettrica di Bad Ragaz, nel 1979.
Nel corso dell'evasione, condotta con altri detenuti, un agente penitenziario era rimasto ucciso e un altro gravemente ferito. Gli si attribuisce inoltre l'omicidio di un doganiere nel 1989 a Brusio, località della Valposchiavo sul confine italo-svizzero.
Camenisch, che su uno dei siti Internet dei movimenti anarchici si professa anarchico-rivoluzionario, era stato trasferito il 12 dicembre scorso nel carcere di massima sicurezza di Thorberg, vicino a Berna. Dal 18 gennaio, aveva iniziato lo sciopero della fame contro le dure condizioni di detenzione a cui era sottoposto.
swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

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