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Lotta alla tossicodipendenza: l'Italia guarda al modello svizzero

La somministrazione di eroina sotto controllo medico è un modello seguito con interesse in molti paesi europei Keystone

L'Italia guarda con interesse al modello svizzero di distribuzione controllata di eroina. Lo ha ribadito giovedì la Commissione sanità italiana, presentando un'indagine sugli interventi di lotta alle tossicodipendenze adottati in Italia e all'estero.

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 settembre 2000

Nessun avvallo ad un'«eroina di Stato», ma la Commissione non si è sentita di escludere a priori la possibilità di adottare anche in Italia il programma di somministrazione controllata di eroina ai tossicodipendenti. Il cosiddetto «modello Zurigo», che ha convinto anche Olanda e Germania a tentare la strada della distribuzione controllata, è ormai studiato anche in Italia senza pregiudizi.

«Non ho problemi, pur essendo contrario ad ogni liberalizzazione- ha sostenuto il senatore Antonio Tomassini, responsabile della Sanità di Forza Italia - a riconoscere che il tema della riduzione del danno in Italia è una questione su cui riflettere. Un approfondimento delle politiche di Zurigo e di quei Paesi che ne hanno seguito l'esempio merita attenzione»

Dalla relazione è emersa inoltre la necessità di concordare politiche europee comuni per non correre il rischio di cadere in forti contraddizioni come ad esempio, ha ricordato Di Orio, l' esodo da Paesi con norme più restrittive verso quelli più tolleranti (Olanda e Svizzera).

«In Europa non abbiamo trovato la ricetta per risolvere il problema - ha detto il senatore Ferdinando Di Orio dei Democratici di sinistra, membro della Commissione - è necessario continuare sulla strada del confronto e proprio per questo va ricordato l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT) che ha questa funzione di monitoraggio europeo anche se, sebbene sia aperto da cinque anni, non è ancora decollato nelle sue funzioni».

swissinfo e agenzie

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